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In Italia si sprecano più di tre etti e mezzo di alimenti a settimana. I prodotti più sprecati sono verdura, frutta fresca e pane e i più spreconi sarebbero i single giovani e benestanti. Ma è possibile fare un identikit degli "spreconi"? E c'è un modo per prevenire efficacemente lo spreco? Di questo si è discusso in occasione della II edizione della Giornata della nutrizione, "Nutrinformarsi: lo spreco nel piatto", organizzata dal Crea Alimenti e Nutrizione, dove è istituito l'Osservatorio sulle eccedenze, recuperi e sprechi alimentari, che realizza studi scientifici, diffonde informazioni e dati e promuove buone pratiche sulla generazione di eccedenze alimentari e sul loro recupero. L'Osservatorio ha realizzato la prima indagine comparativa, con dati armonizzati, provenienti da diversi paesi europei (Olanda, Spagna, Germania e Ungheria).
Lo studio, effettuato nel 2018, ha interessato 1.142 famiglie rappresentative della popolazione italiana. Ne è emerso che il 77% delle famiglie intervistate ha gettato via del cibo nella settimana precedente all'indagine, percentuale, che si riduce con l'aumentare dell'età del responsabile acquisti, con il diminuire del reddito e in famiglie che vivono al Sud e Isole. Lo spreco maggiore si è riscontrato nelle famiglie monocomponenti e nei segmenti di età più giovane.
I prodotti alimentari più sprecati sono verdura, frutta fresca e pane, seguiti da pasta, patate, uova, budini, derivati del latte (yogurt, formaggi), per un totale in media di 370 g/settimana/famiglia. Il dato italiano sullo spreco alimentare è allineato con quello olandese (365 g/settimana) e molto inferiore a quello spagnolo (534 g/settimana), tedesco (534 g/settimana) e ungherese (464 g/settimana).
Il Messaggero