L'aglio aiuta la memoria e contrasta il declino cognitivo: i risultati di una ricerca americana

L'aglio aiuta la memoria e contrasta il declino cognitivo: i risultati di una ricerca americana
Difficile non usarlo come soffritto per un buon sugo al pomodoro. Meglio non mangiarlo invece, prima di un appuntamento galante. Ma l'aglio, perché di questo stiamo...

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Difficile non usarlo come soffritto per un buon sugo al pomodoro. Meglio non mangiarlo invece, prima di un appuntamento galante. Ma l'aglio, perché di questo stiamo parlando, secondo i ricercatori dell'Università di Lousville, se consumato abitualmente migliorerebbe la memoria, ostacolando anche il declino cognitivo. Lo studio condotto sui topi ha evidenziato che il disolfuro di allile, sostanza contenuta nell'aglio a cui conferisce anche quell'odore inconfondibile, riveste una grande importanza nel regolare la flora intestinale, aiutando i microrganismi presenti nell'intestino a restare sani con l'avanzare dell'età.



I due ricercatori dell'università americana, Jyotirmaya Behera e Neetu Tyagi sostengono infatti, che una cattiva condizione del microbiota intestinale sia associabile al peggioramento delle nostre capacità cognitive, e si manifesti in determinate patologie quali il morbo di Parkinson o l’Alzheimer. Per verificare se la sostanza contenuta nell'aglio, avesse realmente delle connessioni con il potenziamento della memoria e del benessere cognitivo, la coppia di universitari ha somministrato il disolfuro di allile ad un gruppo di topi per 24 mesi.

E l'esito degli esperimenti in laboratorio ha dato loro ragione. I topi più anziani che hanno mangiato “l'aglio”, hanno sviluppato una memoria a breve e lungo termine migliore o uguale rispetto a topi più giovani, ma sottoposti ad una dieta differente. I primi ricordavano i percorsi all'interno delle gabbie più facilmente, i secondi li dimenticavano più velocemente. Stesso risultato per quanto riguarda la salute del microbiota intestinale. La ricerca però è solo ad una prima fase, ed è ancora da dimostrare in maniera scientifica la correlazione tra declino cognitivo e flora intestinale alterata. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero