Difficile non usarlo come soffritto per un buon sugo al pomodoro. Meglio non mangiarlo invece, prima di un appuntamento galante. Ma l'aglio, perché di questo stiamo parlando, secondo i ricercatori dell'Università di Lousville, se consumato abitualmente migliorerebbe la memoria, ostacolando anche il declino cognitivo. Lo studio condotto sui topi ha evidenziato che il disolfuro di allile, sostanza contenuta nell'aglio a cui conferisce anche quell'odore inconfondibile, riveste una grande importanza nel regolare la flora intestinale, aiutando i microrganismi presenti nell'intestino a restare sani con l'avanzare dell'età.
E l'esito degli esperimenti in laboratorio ha dato loro ragione. I topi più anziani che hanno mangiato “l'aglio”, hanno sviluppato una memoria a breve e lungo termine migliore o uguale rispetto a topi più giovani, ma sottoposti ad una dieta differente. I primi ricordavano i percorsi all'interno delle gabbie più facilmente, i secondi li dimenticavano più velocemente. Stesso risultato per quanto riguarda la salute del microbiota intestinale. La ricerca però è solo ad una prima fase, ed è ancora da dimostrare in maniera scientifica la correlazione tra declino cognitivo e flora intestinale alterata.
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