Violenza su una ragazzina di 16 anni: condannato il caro amico di famiglia

Violenza su una ragazzina di 16 anni: condannato il caro amico di famiglia
Era un amico di famiglia e per questo la loro porta di casa era sempre aperta; ben presto però lo stesso si sarebbe rivelato un orco, a tal punto da tentare approcci...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Era un amico di famiglia e per questo la loro porta di casa era sempre aperta; ben presto però lo stesso si sarebbe rivelato un orco, a tal punto da tentare approcci sessuali su una 16enne arrivando persino, alla piscina comunale, a premerle la testa per impedirle di riemergere e respirare.


Con le accuse di violenza sessuale e minacce, il Tribunale dell'Aquila ha condannato a 7 anni di reclusione un cittadino di nazionalità marocchina, M.G. di 37 anni, residente in città, assistito dall'avvocato Francesco Valentini. Secondo l'accusa la 16enne (assistita dall'avvocato Simona Giannangeli) sarebbe stata in più occasioni presa al collo, ai polsi per essere spinta sul muro della propria cameretta o del bagno, per essere palpeggiata nelle parti intime, baciata, nonostante il dissenso manifestato dalla stessa.

Un giorno l'arrestato avrebbe tirato fuori dai pantaloni una banconota di 50 euro in cambio di una prestazione sessuale, con il risultato di far scoppiare in lacrime la minore che frettolosamente era uscita dalla camera da letto. Il pretesto utilizzato dal violentatore era quello di mostrare il funzionamento di un'applicazione sul cellulare della 16enne, minacciata di non dire nulla ai genitori della pesanti avances: «Devi stare zitta, non dire nulla con mio fratello brucio la macchina di tuo padre».


Il forte dimagrimento, l'inappetenza e il referto del Pronto soccorso (stato di agitazione) hanno spinto i genitori a capire cosa stesse accadendo, diventando anche loro oggetto di minacce dell'indagato: «Io non ho paura di nessuno». L'imputato è stato condannato anche a un provvisionale risarcitoria di 40 mila euro alla parte.
 

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero