Secondo l'accusa durante il periodo di malattia certificata non si recava al lavoro ma al tempo stesso presentava e organizzava sfilate di moda sia per conto di un'agenzia...
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A La Selva i medici non prescrivevano di stare a casa ma, al contrario, di uscire, di sottoporsi ad una terapia ambientale e dunque relazionarsi. «Sarebbe stato folle, - ha sottolineato fra l'altro Tatozzi - se avesse organizzato un evento a Francavilla sapendo di commettere un reato». Di ben altro avviso l'avvocato Patrizia Silvestri che ha rappresentato il Comune di Francavilla costituito parte civile e che ha chiesto un risarcimento di 52.000 euro ovvero le retribuzioni percepite da La Selva nel periodo in cui non ha lavorato ovvero dal 11 settembre del 2011 al 13 marzo del 2013. Il legale ha rimarcato come La Selva da un lato soffrisse di una patologia che gli impediva di presentarsi nel posto di lavoro ma al tempo stesso non solo presentava sfilate che duravano fino a quattro, cinque ore, ma si occupava anche della parte amministrativa dell'evento, organizzando fino a venti persone. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero