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Risale al periodo delle dure restrizioni dovute al Covid, quelle del lockdown, una presunta violenza sessuale denunciata da una ragazza appena maggiorenne che, stando al suo racconto, sarebbe stata costretta a subire abusi da parte di due giovani con i quali si era incontrata per uscire, infrangendo quelle regole. A fermarli in auto la sera stessa in cui l’episodio sarebbe avvenuto sono stati i carabinieri che bloccarono, mentre erano in giro, l’auto con a bordo i due ragazzi e la ragazza.
In quel periodo non si poteva circolare, ma i tre amici decisero lo stesso di darsi appuntamento e uscire. Nonostante l’occasione, al posto di blocco la giovane non raccontò nulla probabilmente perché ancora scossa da quanto successo. Ma quella sera stessa, una volta tornata a casa, sua madre avrebbe notato la figlia particolarmente turbata. È stato dopo qualche giorno che la ragazza si è confidata con un’amica e ha raccontato a lei della presunta violenza subita dai due giovani qualche sera prima. Da qui la scoperta e la difficile decisione dell’amica di raccontare a sua volta tutto alla mamma della ragazza.
È stata quest’ultima, una volta venuta a conoscenza dell’episodio, ad accompagnare figlia dai carabinieri per denunciare l’accaduto. Una vicenda che sarebbe successa in una zona della Val Vibrata per cui adesso sono finiti a processo, con l' accusa di violenza sessuale, i due ragazzi, difesi dall’avvocato Nello Di Sabatino.
Il Messaggero