Covid, il primario Tarquini: «Attenzione ai bus provenienti dall'Est»

Covid, il primario Tarquini: «Attenzione ai bus provenienti dall'Est»
Il primario del reparto di malattie infettive dell'ospedale Mazzini di Teramo, Pierluigi Tarquini, mette in guardia i teramani dai bus a lunga percorrenza che arrivano...

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Il primario del reparto di malattie infettive dell'ospedale Mazzini di Teramo, Pierluigi Tarquini, mette in guardia i teramani dai bus a lunga percorrenza che arrivano dall’estero «soprattutto dai paesi dell’ex Jugoslavia, nonché da Romania e Bulgaria». «Dobbiamo stare molto attenti alla ripresa dei focolai, non si può essere cauti. Attenzione anche a chi arriva da aeroporti e stazioni, questa tipologia di viaggiatori deve essere sempre controllata, va fatta grossa sorveglianza». Tarquini sta per andare in pensione. Il neo direttore generale della Asl di Teramo Maurizio Di Giosia non ce l’ha fatta a convincerlo a restare. Il primario infatti per gennaio 2021 lascia e tutto il know acquisito durante il periodo del Covid-19 verrà, in un certo qual modo, diluito in altre figure, un bagaglio tecnico importante che la Asl perderà.


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Verrà a mancare il primo attore della battaglia teramana contro la pandemia, lotta chiaramente combattuta assieme ad altre figure come ad esempio i componenti della task force istituita recentemente. Nell’unico contatto col manager Asl, a Tarquini non sono stati assicurati alcuni punti fondamentali per restare in sella al reparto: «Ho chiesto a Di Giosia per continuare avanti, in caso di seconda ondata, più personale e anche incentivi, altrimenti senza queste condizioni esaudite non rimango, troppe le responsabilità e nessuna gratificazione». Tarquini spiega che finora è rimasto per dare una mano alla Asl (poteva abbandonare prima), ma «se non ci sono cambiamenti per operare in tranquillità non mi resta che andare via: del resto avevo suggerito da tempo di cominciare ad assumere personale. È chiaro che non me ne vado volentieri, ma a queste condizioni non ci sto». Durante il Covid, Tarquini ha ricoverato in totale una sessantina di positivi, e nel momento più buio 15 contemporaneamente. Ciò che in questi mesi ha preoccupato, e non poco, il primario sono stati i casi di falsi Covid, a partire da polmoniti importanti («ben 15», assicura Tarquini) che potevano far pensare al peggio, compresa una legionella.
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Il Messaggero