Un medico eroe ha lasciato la pensione per tornare a lavorare e dare una mano ai colleghi in difficoltà con il Coronavirus. Un medico in pensione originario di...
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Animatore di Emergency e Medici senza frontiere, Fasoli viveva da anni a Passirano (Brescia). Aveva lavorato per anni come medico di famiglia, dedicandosi anche al volontariato in Africa, dove era stato anche rapito e poi rilasciato. Il medico 73enne è stato tumulato nel comune peligno, dove risiede la sua famiglia e il fratello, militare in pensione.
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«Gino, puoi venire a farci una mano? Gli ambulatori sono sguarniti perché tanti di noi sono andati in ospedale o sono ammalati». Il dottor Fasoli non ci ha pensato su due volte e ha risposto all'appello dei colleghi impegnati in prima linea contro l'emergenza Coronavirus. E' stato contagiato ed è morto il 14 marzo all'Istituto clinico San Rocco a Ome, struttura ospedaliera vicino Passinaro, nel Bresciano, dove abitava da tempo ma il suo cuore era rimasto in Abruzzo a Sulmona, la sua cittò dove oggi riposa.
Abruzzeze, Fasoli non era mai sposato e per un periodo, da giovane, ha anche vestito il saio francescano. Poi la laurea in Medicina e la missione: aiutare gli altri, anche nelle situazioni più pericolose. E' stato volontario in Africa e per molti anni medico di base a Cazzago San Martino. Quando lavorava in Africa era stato anche rapito. «Al confine con l'Eritreia fu prelevato per fargli curare dei malati in un villaggio - racconta il fratello Giuseppe che vive a Sulmona - poi lo rilasciarono» Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero