Pietre aguzze sul fondale a riva, proteste dalla “Spiaggia dei fachiri”

Pietre aguzze sul fondale a riva, proteste dalla “Spiaggia dei fachiri”
Riesplode la protesta di operatori turistici, villeggianti e commercianti di Alba Adriatica, per la cosiddetta "spiaggia dei fachiri", situata nella zona Nord...

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Riesplode la protesta di operatori turistici, villeggianti e commercianti di Alba Adriatica, per la cosiddetta "spiaggia dei fachiri", situata nella zona Nord dell'arenile, dalla Bambinopoli, per circa 300 metri verso Sud. Un grido di dolore, oltre da coloro che vi passeggiano o peggio ancora vi fanno il bagno, arriva anche da molti gestori di stabilimenti balneari, alberghi e attività commerciali che operano nel famigerato tratto, in questione. «Ci hanno abbandonato - afferma Enzo Mazzini titolare della gelateria Mastro Gelataio - al declino definitivo. Entrano turisti di varie parti d'Italia che raccontano di una località attraente ma anche di tagli e contusioni ai piedi, a causa di pietre grandi e difformi che giacciono invisibili sul fondale, appena si entra in mare. Bisognerebbe indossare gli scarponi ma, invece, il risultato è che dicono di non tornare più in questa zona di Alba».


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«Finora - aggiunge l'edicolante della rotonda Nilo, Maurizio Santucci - ho solo raccolto un lungo elenco di lamentele per la presenza del pietrame che non invita al passeggio sulla battigia, specie se anziani che rischiano di ferirsi. Inoltre, il materiale presente rende il fondo marino simile a sabbie mobili. Ormai  da questa spiaggia è solo una fuga verso l'arenile Sud di Alba». Infatti, il tratto libero (privo di paletti di distanziamento) è semi deserto, ma anche tra le poche file di ombreggi dei lidi marini (già colpiti da mareggiate e da marcata erosione), ci sono pochi bagnanti. «E' una situazione insostenibile -sbotta Sandro Addezi gestore dello stabilimento balneare Nettuno- che sta mettendo in grave difficoltà il mio stesso lavoro. La montagna di pietre sul bagnasciuga non mi ha consentito di poter mettere qualche ombrellone in più, ai pochissimi rimasti».

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Ieri mattina, i mezzi del Comune hanno trasferito una piccola parte di sassi al lato della Bambinopoli ma non ha mutato nulla. Anche la torretta dell'assistente bagnanti nella piccola spiaggia libera sembra un avamposto. «Qui - dice il giovane bagnino Marcello Carassai - c'è poca gente, sia per lo spazio ridotto e sia per le pietre miste anche a pezzetti di ferro vetro».

Il materiale pietroso non è naturale ma è stato deposto da interventi umani, prima negli anni 80 e poi con la rottura delle gabbie di pietre poste ai margini del torrente Vibrata. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero