Riesplode la protesta di operatori turistici, villeggianti e commercianti di Alba Adriatica, per la cosiddetta "spiaggia dei fachiri", situata nella zona Nord...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LEGGI ANCHE Nel weekend la pedalata cicloturistica Roma-Rieti-Alba Adriatica
«Finora - aggiunge l'edicolante della rotonda Nilo, Maurizio Santucci - ho solo raccolto un lungo elenco di lamentele per la presenza del pietrame che non invita al passeggio sulla battigia, specie se anziani che rischiano di ferirsi. Inoltre, il materiale presente rende il fondo marino simile a sabbie mobili. Ormai da questa spiaggia è solo una fuga verso l'arenile Sud di Alba». Infatti, il tratto libero (privo di paletti di distanziamento) è semi deserto, ma anche tra le poche file di ombreggi dei lidi marini (già colpiti da mareggiate e da marcata erosione), ci sono pochi bagnanti. «E' una situazione insostenibile -sbotta Sandro Addezi gestore dello stabilimento balneare Nettuno- che sta mettendo in grave difficoltà il mio stesso lavoro. La montagna di pietre sul bagnasciuga non mi ha consentito di poter mettere qualche ombrellone in più, ai pochissimi rimasti».
LEGGI ANCHE Covid archiviato, molti turisti cercano eventi affollati: «Sagre e Carnevale estivo ci sono?»
Ieri mattina, i mezzi del Comune hanno trasferito una piccola parte di sassi al lato della Bambinopoli ma non ha mutato nulla. Anche la torretta dell'assistente bagnanti nella piccola spiaggia libera sembra un avamposto. «Qui - dice il giovane bagnino Marcello Carassai - c'è poca gente, sia per lo spazio ridotto e sia per le pietre miste anche a pezzetti di ferro vetro».
Il materiale pietroso non è naturale ma è stato deposto da interventi umani, prima negli anni 80 e poi con la rottura delle gabbie di pietre poste ai margini del torrente Vibrata. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero