L'AQUILA - La tigna. A ben rifletterci, ora che non c'è più, era questa la vera cifra di Franco Villani. “Sessant'anni di tigna, mia e di mia...
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E la tigna l'aveva messa anche nel suo mancato mestiere (il giornalismo) soprattutto nella “mitica” Tele Poker, nella sua professione di assicuratore (chi dimenticherà le scenette con i clienti nell'agenzia di via Castello), nello sposare, per gli aspetti riguardanti il teatro e il dialetto, quel “Pianeta maldicenza” di cui è stato una delle colonne portanti fin da principio e, soprattutto, nel portare avanti per 25 anni un Laboratorio teatrale per i giovani nell'Istituito ex Itis che tante soddisfazioni gli ha dato.
E la tigna, con Rossana, Franco l'ha messa nel costruirsi il “buen retiro” della casa a Colledara, dall'altra parte del Gran Sasso già anni prima del 6 aprile («Il giorno prima del mio compleanno», amava dire). Quella casa era il loro palcoscenico della vita dal quale non riuscivano a stare lontano.
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Il Messaggero