Gli insegnanti pendolari abruzzesi nel Lazio, i "fantasmi" del vaccino

Gli insegnanti pendolari abruzzesi nel Lazio, i "fantasmi" del vaccino
Niente vaccino anti Covid per i docenti abruzzesi che lavorano in Lazio. Pendolari o stanziali, i loro nomi continuano a rimbalzare tra le piattaforme web, rifiutate da entrambi i...

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Niente vaccino anti Covid per i docenti abruzzesi che lavorano in Lazio. Pendolari o stanziali, i loro nomi continuano a rimbalzare tra le piattaforme web, rifiutate da entrambi i sistemi. Le Asl delle sedi di lavoro li invitano a fare richiesta nel luogo di residenza; l'Abruzzo, però, richiede l'inserimento del codice della scuola e non riconosce istituti di altre aree. La disavventura di Francesca Di Renzo, professoressa di Chieti in servizio in un istituto onnicomprensivo di Roma, racconta l'odissea dei fantasmi del vaccino: «Ho inizialmente fatto domanda nel Lazio, ma sono stata rimandata alla mia regione, che a sua volta mi ha rispedito al destinatario precedente. Ho chiamato i numeri verdi, scritto mail a vari indirizzi. Tutto inutile, sto conducendo questa assurda battaglia insieme a un'altra decina di docenti che sono nelle mie stesse condizioni».


Sono centinaia le cattedre di scuole del Lazio assegnate ad abruzzesi: «Accade soprattutto nelle graduatorie dei precari - spiega Francesca Carusi del comitato Priorità alla scuola -. In mancanza di posti sul territorio, ci si muove nelle regioni limitrofe. C'è chi si trasferisce per l'intero anno scolastico e chi sceglie di viaggiare quotidianamente. Con altre regioni, come Campania o Marche, il conflitto che accade con il Lazio non si verifica. Sarebbe il caso che le due Regioni si parlassero». A varcare i confini sono soprattutto insegnanti marsicani. Miriam Del Biondo, segretario generale di Cgil Flc L'Aquila, conferma l'intoppo: «Stiamo ricevendo diverse segnalazioni soprattutto dal mondo dei precari. Purtroppo questa non è l'unica difformità del sistema». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero