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La parola miracolo riassume in questo caso fattori diversi: la forte fibra del ferito, la dinamica balistica che ha tolto precisione a un sicario infallibile, non ultimo la bravura di rianimatori, chirurghi e operatori sanitari del Santo Spirito. Il miracolo, comunque, potrà dirsi oggi compiuto con il ritorno a casa, a Pescara, di Luca Cavallito, il sopravvissuto all'agguato del primo agosto al Bar del Parco, nel quale ha invece trovato la morte il suo amico e socio in affari Walter Albi. Una spietata esecuzione che svela, per ora soltanto in parte, le pericolose relazioni della coppia di imprenditori. Il primo punto fermo dell'intera vicenda è la conclusione del lungo periodo di cure e riabilitazione al quale l'ex calciatore di 49 anni è stato sottoposto fin dal suo arrivo in ospedale, in condizioni disperate, la sera del primo agosto scorso.
Escluso un ulteriore periodo di ricovero in casa di cura, i chirurghi che attualmente hanno in carico il paziente e la direzione sanitaria dell'ospedale hanno optato ieri, dopo un'ulteriore valutazione del quadro clinico, per le dimissioni dall'ospedale e il trasferimento a casa, dove Luca Cavallito sarà seguito nei prossimi giorni dall'equipe dell'Adi, assistenza domiciliare integrata.
La notizia delle imminenti dimissioni di Luca Cavallito dall'ospedale assume rilievo anche sul piano investigativo, perché apre la strada al confronto tra gli inquirenti e l'uomo che a tutti gli effetti, assume ora la veste di testimone chiave del delitto del Bar del Parco. Nel corso di questi quaranta giorni non sono mancati momenti di contatto tra il ferito e gli investigatori della squadra mobile, ovviamente informali e condizionati dalle condizioni del paziente, per lungo tempo tenuto sotto sedazione. Per le indagini, che nel frattempo, sulla base delle acquisizioni documentali e telematiche, hanno continuato a battere la pista degli affari coltivati dalla coppia Albi-Cavallito, è un grande punto di svolta. Si tratterà di valutare, alla luce delle possibili implicazioni dirette nel retroterra affaristico che fa da sfondo al delitto, la reale volontà di collaborazione da parte del superstite. Ma anche, in considerazione del lungo periodo trascorso dall'ex calciatore in coma indotto, precisione, attendibilità e utilità dei dettagli eventualmente forniti agli investigatori.
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