Pescara, morto De Collibus, sindacalista e politico di rango

Pescara, morto De Collibus, sindacalista e politico di rango
Flaiano avrebbe potuto dire di lui che era un uomo che volava alto, con i piedi saldamente piantati sulla terra. Perché questo è stato Adelchi De Collibus: un uomo...

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Flaiano avrebbe potuto dire di lui che era un uomo che volava alto, con i piedi saldamente piantati sulla terra. Perché questo è stato Adelchi De Collibus: un uomo di profonda cultura declinata in solida concretezza. È morto ieri a 77 anni, al termine di una malattia che lo aveva allontanato dalla vita sociale, ma non dall'impegno: si è infatti dedicato al volontariato con l'associazione FormArt.

Storico dirigente della Cgil, ha interpretato il sindacato nella maniera più alta: la sua stella polare è stata la difesa dei lavoratori, con capacità di mediazione non comuni. Responsabile della rappresentanza di diverse categorie, dai tessili ai chimici, ha mantenuto sempre quella visione ampia che gli consentiva di decifrare il presente con un'idea già chiara del futuro.

La Cgil di Pescara lo ricorda così: «Uomo colto, raffinato, di rara e straordinaria qualità. Un compagno al servizio della collettività, da sindacalista, da politico e da amministratore. Con la scomparsa di Adelchi va via un pezzo importante della storia della Cgil pescarese e regionale, della sinistra, della cultura e dell'intera comunità pescarese». Franco Leone, per due mandati segretario regionale, aggiunge: «Un sindacalista impegnato in una fase difficile legata a profonde ristrutturazioni industriali. Un impegno costante ricco di rigore come ci si aspettava da un fine intellettuale. Un leale che mancherà a tutti». Nel sindacato lo ricorda anche Gianni Melilla: «Per tanti anni abbiamo condiviso un'intensa attività nella Cgil, dove ebbe modo di esprimere la sua grande voglia di di giustizia sociale».


Quando, nel 2003, De Collibus scelse la politica per diventare assessore alla cultura del Comune, fu capace di interpretare cambiamenti che poi si rivelarono epocali, eliminò qualche residuo di polvere dagli scaffali di tradizioni scontate e cercò di coniugare la forza di manifestazioni già presenti con lo spirito di innovazione che ha caratterizzato Pescara e l'Abruzzo nei primi anni del nuovo millennio. Ne venne fuori una città giovane, con tante idee brillanti che poi si sono consolidate nel tempo. Non a caso l'edizione 2021 del Fla sarà intitolata proprio lui: «Fu il primo a credere al festival, in un momento in cui immaginare un grande evento costruito intorno ai libri e alla lettura era ancora ritenuta un'impresa sconsiderata, se non addirittura impossibile - scrivono il direttore del festival, Vincenzo D'Aquino, e il fondatore Giovanni Di Iacovo -. Ciao Adelchi, ci manchi e ci mancherai sempre, ma nei giorni del Fla un pochino di più». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero