Para il colpo di machete con il borsello sopra la testa

Para il colpo di machete con il borsello sopra la testa
«A un certo punto è tornato e me lo sono trovato davanti, ha tirato fuori il machete dal fodero , l'ha alzato come per colpirmii alla testa. Io allora per...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«A un certo punto è tornato e me lo sono trovato davanti, ha tirato fuori il machete dal fodero , l'ha alzato come per colpirmii alla testa. Io allora per ripararmi ho preso il borsello e l'ho messo qui, sulla testa. Poi più niente, lui ha desistito e io mi sono allontanato per andare verso la macchina. Angelo Sante Di Cecco, 54 anni, il "re delle sale giochi ha raccontato ieri dinanzi al giudice monocratico Isabella Maria Allieri cosa gli accadde la notte del 27 giugno di quattro anni fa nella sua attività, la "Chietibet", che all'epoca si trovava vicino alla rotonda che porta a Megalò e che da qualche tempo ha lasciato il posto a quella che sembra una nave da crociera, una mega struttura costruita praticamente di fronte, dall'altra parte della Tiburtina.


Sul banco degli imputati c'è un 63enne, origini a Manoppello ma che vive da anni allo Scalo: è accusato di tentata rapina ma anche del porto di un machete con una lama di 40 centimetri e di detenzione a casa, senza averla denunciata, di un pugnale che ha una lama di 14 centimetri. L'indagato quella notte voleva continuare a giocare al "10 e lotto" ma non aveva più soldi. Allora chiese il denaro a Di Cecco che però non glielo diede. Erano le 2 di notte, l'uomo andò via ma tornò alle 4.30, armato di machete, deciso a farsi dare i soldi, anche con le cattive. Poteva finire in tragedia, e invece dopo aver brandito il machete il cliente non andò oltre. Di Cecco quella notte ebbe un coraggio non comune perché riuscì anche a disarmare quel suo cliente: «Prima ho gridato poi ho sfilato il machete dal fodero che teneva addosso e l'ho e gettato nella siepe -ha detto ancora Di Cecco- non se la mia è stata incoscienza o adrenalina».In aula si tornerà il 14 giugno per sentire i testimoni della difesa, quindi discussione e sentenza. Di Cecco, che è assistito dall'avv. Monica D'Amico, si è costituito parte civile. Dal 5 al 7 febbraio parteciperà sarà a Londra per partecipare ad Ice, la più importante fiera del gioco che si tiene in Europa. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero