Sul banco degli imputati c'è un 63enne, origini a Manoppello ma che vive da anni allo Scalo: è accusato di tentata rapina ma anche del porto di un machete con una lama di 40 centimetri e di detenzione a casa, senza averla denunciata, di un pugnale che ha una lama di 14 centimetri. L'indagato quella notte voleva continuare a giocare al "10 e lotto" ma non aveva più soldi. Allora chiese il denaro a Di Cecco che però non glielo diede. Erano le 2 di notte, l'uomo andò via ma tornò alle 4.30, armato di machete, deciso a farsi dare i soldi, anche con le cattive. Poteva finire in tragedia, e invece dopo aver brandito il machete il cliente non andò oltre. Di Cecco quella notte ebbe un coraggio non comune perché riuscì anche a disarmare quel suo cliente: «Prima ho gridato poi ho sfilato il machete dal fodero che teneva addosso e l'ho e gettato nella siepe -ha detto ancora Di Cecco- non se la mia è stata incoscienza o adrenalina».In aula si tornerà il 14 giugno per sentire i testimoni della difesa, quindi discussione e sentenza. Di Cecco, che è assistito dall'avv. Monica D'Amico, si è costituito parte civile. Dal 5 al 7 febbraio parteciperà sarà a Londra per partecipare ad Ice, la più importante fiera del gioco che si tiene in Europa.
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