Commozione a Teramo per l'ultimo saluto a Pannella

La camera ardente nel municipio di Teramo. Sin dalle prime ore si è registrato un grande afflusso di gente.
TERAMO - È stato un flusso ininterrotto di gente comune che...

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TERAMO - È stato un flusso ininterrotto di gente comune che questa mattina ha reso visita al feretro di Marco Pannella posto nella camera ardente della sala consiliare del municipio teramano. Un serpentone di migliaia di persone, snello e incanalato nei percorsi guidati, in rigoroso silenzio, dinanzi ad Emma Bonino in lacrime ed alla compagna di una vita sin dal 1974, Mirella Parachini. Sulla bara è stata adagiata la bandiera del Tibet, assieme a Mdiverse rose, un pacchetto di toscanelli e le immancabili chiavi della città. Tutti sono rimasti composti e dignitosi dinanzi alla salma di un Teramano “che nel bene e nel male – come ha spiegato il sindaco Maurizio Brucchi – ha fatto la storia di questo paese”. In piedi a lungo v’è rimasto appunto il primo cittadino che ha stretto mani assieme al presidente del consiglio comunale Milton Di Sabatino, al rettore Luciano D’Amico e al presidente della Provincia Renzo Di Sabatino, rilasciando interviste alle numerose emittenti televisive.  Nella sala sono risuonate le note zigane della fisarmonica di Santino Spinelli, artista Rom, e molto amico del leader radicale. Il primo a dargli l’ultimo saluto è il vescovo di Teramo, Michele Seccia, che alle otto di mattina ha pregato davanti all’altarino laico fatto di bandiere e icone ricordando di aver vissuto a Roma nello stesso isolato di Pannella. Campeggiano nella sala le corone di fiori del Presidente della Repubblica, della Camera dei deputati, del Consiglio dei ministri ed anche del carcere di una città del Nord. Figura il gonfalone del capoluogo aquilano col suo motto di sempre. Parachini, sua moglie, ricorda come Pannella parlasse della sua città emozionandosi: “Queste le sue radici, questo è il suo ritorno alla città amata”. Gaetano Quagliariello assieme a Paolo Tancredi e ad alcuni assessori regionali e della giunta comunale svettano tra i banchi. Il governatore Luciano D’Alfonso non ha voluto far mancare la sua presenza e lo paragona addirittura ad un santo. Verso le cinque di sera di una domenica assolata la salma è stata tumulata nel cimitero urbano di Cartecchio.
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Il Messaggero