Uccise un orso a Pettorano sul Gizio, in Abruzzo, nel 2014 perché andava a caccia di galline: oggi è stato condannato in sede civile. Esultano le associazioni...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Dopo più di 35 anni e dopo decine di orsi uccisi senza averne scoperto i responsabili quella di oggi è una sentenza storica -dice l'associazione Salviamo l'orso onlus di Montesilvano - Le sanzioni sono troppo lievi? Sicuramente, ma è il primo passo per rendere questo paese un poco più civile e rammentare a tutti che la legge va rispettata. Sono state le associazioni a insistere per l'impugnazione della sentenza di primo grado. «Un grazie di cuore alla magistratura per non aver ceduto a pressioni e condizionamenti che volevano ridurre l’accaduto ad un semplice “incidente” senza dolo. Dal 2014 molte cose sono cambiate a Pettorano e in tanti paesi dell’Abruzzo interno grazie alle azioni messe in campo da enti e associazioni di volontariato, convivere con l’orso se vi è la volonta si può, i mezzi ci sono e chi ne usufruisce oggi ci ringrazia e ne guadagna tutta l’immagine della nostra regione» conclude Salviamo l'Orso.
La Lav in un post di Facebook dice: «Vittoria. Il 12 settembre 2014 un orso a Pettorano, colpevole solo di aver predato alcune galline in cerca di cibo, è stato ubarbaramente ucciso con un fucile da caccia. Dopo anni di battaglie legali che ci hanno visti sempre in prima linea in Tribunale oggi è stata ribaltata la sentenza di primo grado condannando il responsabile al risarcimento del danno in sede civile. Giustizia è fatta»
Il Wwf Abruzzo dice che «la vicenda dell’orso ucciso a Pettorano sul Gizio nel 2014 finalmente si chiude con l’accertamento della responsabilità civile dell’imputato, sancita con la sentenza della Corte d’Appello dell'Aquila che ribalta quanto stabilito con la sentenza di I grado. Esiste un colpevole per l’orso ucciso e l’imputato dovrà risarcire i danni alle associazioni. Per un vizio di forma che ha provocato l’inammissibilità dell’appello proposto dal procuratore generale, unico modo per ottenere una condanna penale, la condanna è solo civile ed è stata possibile proprio grazie al fatto che le associazioni ambientaliste Wwf Italia, Lav e Salviamo l’Orso avevano impugnato la sentenza di primo grado e avviato l’appello per la condanna civile».
«Esprimiamo la nostra soddisfazione per questa sentenza – dichiara Filomena Ricci, delegato regionale del Wwf Abruzzo – che al di là degli aspetti formali, condanna in maniera inequivocabile chi ha imbracciato un fucile e sparato a un Orso. È la prima volta che in un processo indiziario per lo sparo a un orso bruno marsicano si accerta una responsabilità, seppure solo civile, e si infligge una condanna. Ci auguriamo che questa vicenda giudiziaria ribadisca l’importanza della tutela della fauna selvatica e dell’Orso marsicano in particolare e non veda più impuniti gli episodi a danno degli animali selvatici». «Questa è una sentenza destinata a creare un precedente giurisprudenziale importante in tema di uccisione di animali selvatici – continua l’avvocato Michele Pezone, che ha rappresentato le associazioni ambientaliste nel processo – Si è arrivati a questo risultato grazie a esami e prove scientifiche, quali analisi medico-veterinarie, autopsia, consulenze balistiche. L’esito del giudizio ripaga dell’impegno profuso in questa vicenda e sottolinea la grande attenzione che merita un animale come l’orso marsicano, simbolo della nostra Regione». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero