Il dramma si è consumato ieri nel giro di pochi minuti, anche se covava da tempo sotto le ceneri. Nessuno, però, avrebbe mai immaginato che Enrico Marrama, settanta...
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A Corfinio a pochi metri dal sito archeologico, in via Popedio, in una vecchia abitazione a due piani, si è consumato però ieri poco prima di pranzo un dramma familiare: un omicidio-suicidio finito in un bagno di sangue e due morti. La prima a morire è stata proprio la ex maestra, colpita ripetutamente probabilmente con un coltello da cucina, ma anche con qualche altro oggetto contundente (ancora da identificare), dal marito. Sfinita e dissanguata dalla violenza di quei colpi assestati sul corpo, sul volto e sulla testa, nella cucina dell’abitazione. A morire, qualche ora dopo, è stato l’uxoricida che all’ospedale di Sulmona è stato trasportato dal figlio della coppia: un trentunenne operatore, tra l’altro, della Croce Verde di Pratola che rientrato a casa per l’ora di pranzo, si è trovato davanti agli occhi il massacro.
I medici dell’ospedale di Sulmona hanno sottoposto Enrico Marrama ad un delicato intervento chirurgico, perché la lama del coltello con cui si era inferto il colpo per suicidarsi era rimasta nel suo addome. L’uomo non ha superato l’operazione che pure era riuscita: è morto nel pomeriggio, poche ore dopo aver distrutto la sua famiglia. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Sulmona comandati dal capitano Maurizio Dino Guida, nonché il sostituto procuratore della Repubblica Aura Scarsella e il medico legale Ildo Polidoro. I rilievi fatti e la ricognizione cadaverica, però, non sono stati sufficienti a dirimere dinamica e modi dell’omicidio: Maria Pia Reale era coperta da una maschera di sangue, raggiunta da coltellate ma anche da colpi assestati non si sa con cosa, sul volto, la testa e le braccia. Per questo sarà necessario ripulire la salma ed eseguire l’autopsia, già disposta dal magistrato per domani. L’esame autoptico verrà eseguito anche sulla salma del marito, Enrico Marrama, per verificare se si sia trattato di un suicidio o dell’esito della colluttazione avuta con la moglie. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero