Rigopiano, Muriana: "Nessuno mi ha spinto a tentare il suicidio"

Francesco Testa, procuratore capo di Chieti
L’ex capo della Squadra Mobile di Pescara, Pierfrancesco Muriana, ha dichiarato lucidamente di non essere stato spinto al suicidio. È quanto emerge dagli ambienti...

Continua a leggere con la nostra Promo Flash:

X
MIGLIORE OFFERTA
ANNUALE
19 €
79,99€
Per 1 anno
SCEGLI
MENSILE
1 €
6,99€
Per 6 mesi
SCEGLI
2 ANNI
40 €
159,98€
Per 2 anni
SCEGLI

VANTAGGI INCLUSI

  • Tutti gli articoli del sito, anche da app
  • Approfondimenti e newsletter esclusive
  • I podcast delle nostre firme

- oppure -

Sottoscrivi l'abbonamento pagando con Google

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

L’ex capo della Squadra Mobile di Pescara, Pierfrancesco Muriana, ha dichiarato lucidamente di non essere stato spinto al suicidio. È quanto emerge dagli ambienti della Procura di Chieti circa l‘interrogatorio cui Muriana, ora ricoverato nel reparto di psichiatria del policlinico Santissima Annunziata di Chieti, è stato sottoposto mercoledì poche ore dopo essere stato salvato da un gesto di disperazione. Va ricordato che il dirigente di polizia era atteso in Procura a Pescara per essere interrogato per calunnia, su controdenuncia dei carabinieri forestali, nell'ambito dell'inchiesta sul disastro dell'hotel Rigopiano.

Da indiscrezioni si apprende che Muriana ha spiegato i motivi del gesto raccontando cosa gli è passato per la mente nel momento in cui ha deciso di chiudere il tubo di scappamento della Yaris respirando così il monossido di carbonio che saturava l’abitacolo dell’auto appartenente al padre.
Anche se dagli ambienti della Procura trapela questa notizia, rimane ancora in piedi l’ipotesi di istigazione al suicidio per la quale è stato aperto un fascicolo ora nella Procura teatina.
Ora seguirà uno scambio di dati tra le procure di Chieti e Pescara verranno analizzati i dati tecnici ma questo richiederà un po’ di tempo. “Posso definire fruttuoso il coordinamento tra la procura di Pescara, che sta svolgendo il proprio ruolo investigativo, e la procura di Chieti nel cui territorio è stato compiuto l’insano gesto" dichiara il Procuratore della Repubblica di Chieti, Francesco Testa. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero