Pescara, torna la movida selvaggia: residenti in rivolta

Pescara, torna la movida selvaggia: residenti in rivolta
Nonostante le forze dell'ordine e nonostante la nuova ordinanza dell'amministrazione comunale sulla vendita e sul consumo degli alcolici, per i residenti di piazza Muzii e...

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Nonostante le forze dell'ordine e nonostante la nuova ordinanza dell'amministrazione comunale sulla vendita e sul consumo degli alcolici, per i residenti di piazza Muzii e dintorni a Pescara, il secondo weekend di movida della Fase 2 è stato da dimenticare così come il primo. Assembramenti, musica a tutto volume, urla. «Purtroppo – sottolineano i rappresentanti del Comitato Tranquillamente Battisti - il quartiere nella notte cambia completamente volto: abbiamo assistito in via Piave, via Mazzini, via Battisti, via De Cesaris, via Goito ad un distanziamento sociale di fatto inesistente».


Dopo la mezzanotte, la quantità dei frequentatori è così alta che nemmeno la presenza massiccia delle forze dell’ordine riesce a garantirlo e soprattutto nulla può contro il rumore impressionante. Quindi la questione musica. «Diversi locali – sottolineano - propagano musica ad alto volume per raggiungere i clienti seduti ai tavolini posti a distanza, ma purtroppo anche le nostre camere da letto. Tavolini e sedie che ormai occupano tutta la piazza e buona parte di via Battisti». Per non parlare della presenza in giro di personaggi poco raccomandabili. «Crediamo sia necessario ripensare subito gli orari del fine settimana considerando i diritti di chi vive da sempre in questo quartiere».

Per Gianni Taucci della Confesercenti, non possono essere messe sotto accusa tutte le attività per il comportamento di qualcuno e comunque, anche a suo dire, la situazione va risolta in maniera definitiva. «Questo significa – spiega – stabilire un orario consono durante la settimana, da allungare un po' il venerdì e il sabato. In questa fase, in ogni modo bisogna capire che le imprese hanno necessità di ossigeno. I costi sociali poi li paghiamo tutti. Anche l'amministrazione comunale deve comprendere che il problema non sono le attività, ma i singoli che non si comporta bene. No può ricadere tutto sempre sui locali». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero