Professore, politico e amante della cultura: morto Italo Di Dalmazio

Professore, politico e amante della cultura: morto Italo Di Dalmazio
E’ scomparso ieri a Teramo, all’età di 80 anni, Italo Di Dalmazio. Da tempo combatteva contro una malattia che lo aveva ficcato nel fisico ma non nella voglia...

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E’ scomparso ieri a Teramo, all’età di 80 anni, Italo Di Dalmazio. Da tempo combatteva contro una malattia che lo aveva ficcato nel fisico ma non nella voglia di continuare a spendersi per la cultura e per la musica. Un nome, il suo, da sempre legato alle attività culturali e alla politica fatta per passione e con impegno: è stato, infatti, uno dei nomi più noti della Democrazia Cristiana teramana. Docente di lettere, è stato per anni a capo della Corale Verdi, un’istituzione storica nel mondo della musica teramana, che è stata rilanciata grazie ai suoi progetti e alle sue idee.


Di Dalmazio si è sempre battuto in prima persona per tenere in vita questa prestigiosa istituzione culturale, che, come molte altre, si trovava in difficoltà economiche: al suo appello risposero oltre 300 persone che parteciparono alle sue iniziative, come il pranzo di autofinanziamento organizzato per i 70 anni di vita della nota associazione coristica. Sul fronte politico, Di Dalmazio è stato sindaco di Civitella del Tronto, ma anche vicepresidente della Provincia di Teramo e assessore provinciale alla Cultura. Moltissimi gli incarichi che ha ricoperto, come la direzione dell'ex Comitato di gestione della Asl di Teramo e la presidenza del Comitato per la celebrazione dei 150 anni dell'Unità d'Italia. Promotore di diverse iniziative culturali a Teramo, a Civitella e in tutta la provincia, ha saputo trasmettere, con la passione e con l’esempio, l’amore per la politica e per la cultura anche al figlio Mauro, che ah seguito le sue orme diventando assessore regionale, e, dopo le ultime elezioni a Teramo in cui si era candidato a sindaco, anche consigliere comunale. Lascia la moglie Orlandina Marini, i figli Mauro, Annapaola e Jimmy.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero