Tragedia in A14: malore al volante, Jorge Andres muore a 29 anni

Tragedia in A14: malore al volante, Jorge Andres muore a 29 anni
Lungo le autostrade abruzzesi un’altra tragedia. Dopo l’autotrasportatore di 52 anni pugliese morto, venerdì scorso, sulla A25 all’altezza di Cepagatti a...

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Lungo le autostrade abruzzesi un’altra tragedia. Dopo l’autotrasportatore di 52 anni pugliese morto, venerdì scorso, sulla A25 all’altezza di Cepagatti a seguito di un tamponamento tra due tir, ieri notte ha perso la vita un ragazzo di soli 29 anni, Jorge Andres Amato, di origini venezuelane, ma residente a Città Sant’Angelo, in provincia di Pescara. Il giovane, che lavorava per una ditta molisana che si occupa di manutenzioni in autostrada, stava percorrendo la A14 in direzione nord a bordo di un furgoncino quando, nel tratto tra Francavilla e Pescara ovest, molto probabilmente a causa di un malore ha perso il controllo del mezzo, andando ad urtare contro la barriera laterale per poi ribaltarsi. In un primo momento, le sue condizioni non sembravano gravissime. Ai primi soccorritori è parso cosciente e ha addirittura pare che abbia parlato al telefono con la compagna per rassicurarla, ma una volta arrivato all’ospedale di Pescara con un’ambulanza del 118 di Chieti, che gli ha prestato le prime cure, ha accusato un arresto cardiaco, forse il secondo.



Inutili stavolta tutti i tentativi di rianimarlo. È morto attorno alle 2; l’incidente si è invece verificato verso la mezzanotte. Lascia un bimbo di tre anni e mezzo. Dei rilievi e di tutti gli accertamenti si stanno occupando gli agenti della polizia autostradale di Pescara nord. A quanto pare, il ragazzo aveva già sofferto in passato di problemi cardiaci. Per fare totale chiarezza sulle cause del decesso, lo stesso ospedale di Pescara ha richiesto un’autopsia diagnostica. Sgomenti gli amici e i colleghi di lavoro, i quali lo descrivono come «una persona sempre disponibile e buona». Numerosi i messaggi di cordoglio e incredulità sui social. «Perché – scrive su facebook Enrico Guarnieri - non mi hai chiamato? Stavo lì vicino, perché? Sarei arrivato in due minuti, dovevo essere lì con te amico mio, mi mancherai tantissimo. Eri orgoglioso del tuo lavoro e ti piaceva tantissimo. Non posso pensare che non ci sei più». «Eri una grande persona – sottolinea il suo collega Maurizio - un grande amico e ti facevi voler bene da tutti».
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Il Messaggero