Morta a 48 anni dopo un'endoscopia: due medici sotto accusa

Morta a 48 anni dopo un'endoscopia: due medici sotto accusa
Altri due medici rischiano di finire sotto processo per il decesso di Elisabetta G. la 48enne morta a settembre del 2018 in seguito ad una endoscopia e che invece doveva...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Altri due medici rischiano di finire sotto processo per il decesso di Elisabetta G. la 48enne morta a settembre del 2018 in seguito ad una endoscopia e che invece doveva essere operata. Per i due medici in questione il Gip, pronunciandosi sulla opposizione alla richiesta di archiviazione presentata dai familiari della donna, aveva disposto l'imputazione coatta e il pm Giuseppe Falasca ha chiesto il rinvio a giudizio con l'accusa di cooperazione colposa in omicidio colposo: l'udienza preliminare si terrà il prossimo 12 ottobre.

A dire no all'archiviazione sono stati il fratello, il compagno e lo zio della donna, assistiti dagli avvocati Goffredo Tatozzi, Cristiana Valentini e Massimo Romano, i quali si sono costituii parte civile. I due medici che ora rischiano di finire sotto processo sono quelli che per primi si trovarono ad affrontare il caso nell'ospedale di Vasto. La paziente, colpita da una subocclusione intestinale, secondo l'accusa una volta nell'ospedale di Vasto non venne sopposta ad un immediato ed improcrastinabile intervento chirurgico. Ne fu invece disposto il trasferimento all'ospedale di Ortona affinchè venisse sottoposta al posizionamento di uno stent endoscopico che però determinò un irreversibile processo infiammatorio grave, fino alla sepsi. Una situazione che, sempre secondo l'accusa, fu ulteriormente aggravata dalla condotta dei medici di Ortona, per i quali c'è un procedimento separato, e che portò alla morte Elisabetta che non poteva essere salvata con l'intervento chirurgico di laparotomia d'urgenza al quale venne in ultimo sottoposta nell'ospedale di Lanciano dove era giunta in coma.

Secondo il Gip, che ne aveva disposto l'iscrizione nel registro degli indagati, i due medici che ebbero in cura la donna a Vasto "omisero di intervenire, tempestivamente e diversamente, sulla subocclusione intestinale, preferendo trasferire la paziente a Ortona per l’ennesima endoscopia, dando avvio a una esiziale triangolazione Vasto-Ortona-Lanciano, così riducendo le chances di salvezza di Elisabetta G.

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero