Longevità, a Pescara si cerca il segreto della lunga vita

Il professor Raffaele Tenaglia
È possibile ringiovanire invecchiando? È questa la domanda a cui risponderanno esperti specializzati nella branca della Longevity, il prossimo 27 ottobre, dalle 16...

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È possibile ringiovanire invecchiando? È questa la domanda a cui risponderanno esperti specializzati nella branca della Longevity, il prossimo 27 ottobre, dalle 16 alle 20, nella sala consiliare del Comune di Pescara. In occasione del “mese della Longevità”, l’Italian Longevity League (ILL) ha indetto in ogni regione una giornata


dedicata al tema. L’evento abruzzese, dal titolo “Ringiovanire invecchiando: mantenere il proprio benessere ad ogni età”, è stato fortemente voluto dalla ILL. Chairman del congresso sarà il presidente ILL Abruzzo, il professor Raffaele Tenaglia, Clinico Urologo e già professore dell’Università D’Annunzio Chieti-Pescara, che ringrazia l’International Inner Wheel Pescara-Chieti «per aver ha intercettato un argomento di grande interesse».

L’essere umano ha da sempre cercato la ricetta per l’eterna giovinezza: è dalla notte dei tempi
infatti che l’uomo rincorre il sogno di una vita senza malattie e sofferenza, ma nonostante il tempo trascorso dalla leggendaria ambrosia degli dei dell’Antica Grecia, il mito dell’elisir di giovinezza non è mai tramontato e oggi, grazie ai passi fatti nel mondo scientifico, è possibile delineare un percorso in grado di indirizzare l'uomo verso una vita naturalmente più longeva e in salute.

Non solo movimento, alimentazione sana e vita senza eccessi, ma anche benessere psicologico, prevenzione e cura a 360 gradi. Per il professor Tenaglia «bisogna ritornare a un approccio con il paziente
nella sua interezza»: «È necessario partire da una rivoluzione culturale e sanitaria basata sulle persone; la longevità è la risultante di tanti meccanismi che intercettiamo di cose reali, verificabili, validate e dunque riproducibili, ovvero se riprodotte danno lo stesso risultato - sottolinea - Si sta alzando la testa a una
nuova realtà, basata sul ritorno alle cure nella loro interezza: se un soggetto ha disturbi psicologici o al fegato, contestualmente alla risoluzione del problema va avviato un monitoraggio più ampio. La longetività ha l’ambizione di considerare il paziente patrimonio dell’ospedale, di risolvere, annullare e correggere stili di vita e
patologie crescenti. Nel momento in cui sorge una malattia valutabile e risolvibile devono essere considerati tutti gli altri aspetti, entrando in logiche in cui nessun altro specialista riuscirebbe a districarsi».

A differenza di altre specializzazioni la longevità dunque studia di ogni branca le maggiori scoperte, mettendo in luce anche le criticità. «Alla longevità vanno accostati dati validati: per esempio la misurazione in centimetri del giro vita. Un uomo non deve superare i 102 centimetri e la donna 94: i valori sono il risultato della somma di tutte quelle alterazioni che fanno aumentare il grasso viscerale. Bisogna fare attenzione ai carboidrati prediligendo le proteine vegetali, fare ottomila passi al giorno, non bere alcolici, non fumare e seguire una dieta mediterranea - aggiunge - perché ha una buona sintesi di tutto quello che serve, ma soprattutto perché esprime
il concetto di convivialità, che allunga la vita. Uno studio ha dimostrato che uomini e donne di ogni età che fanno sollevamento pesi riducono drasticamente la mortalità. Allenando tutti questi meccanismi, l’uomo continua a essere il prodotto di quelle cellule che lo hanno formato dai 16 ai 30 anni, restando naturalmente sulla linea della longevità, che non significa aggiungere anni, ma aggiungere tempo qualitativamente importante. Non basta la ricerca, serve corrispondenza: chi può deve inserirsi in questo progetto, perché


possiamo facilitargli la vita, attraverso una carta d’identità della nostra salute: è come una tessera sanitaria che mette in moto tutti i meccanismi e dove viene ricostruita tutta la nostra storia, in tutte
le lingue del mondo».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero