Influenza suina, ora è psicosi: febbricitante il marito della donna di Sulmona morta

Influenza suina, ora è psicosi: febbricitante il marito della donna di Sulmona morta
SULMONA - Attenderà la salma della moglie a casa, in attesa che finiscano gli esami autoptici disposti dalla Asl di Roma, con il dolore per la perdita della congiunta...

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SULMONA - Attenderà la salma della moglie a casa, in attesa che finiscano gli esami autoptici disposti dalla Asl di Roma, con il dolore per la perdita della congiunta e i decimi di febbre che ora lo costringono a letto. Il marito della cinquantenne morta per il virus H1N1 la scorsa settimana è anche lui febbricitante: forse una semplice influenza, ma la paura tra gli abitanti nella frazione Badia di Sulmona è tanta. Le rassicurazioni dei medici e della Asl, non tranquillizzano molto i vicini che tornano a chiedere controlli, verifiche e interventi straordinari.


Oggi stesso il commissario prefettizio Giuseppe Guetta ha convocato a palazzo San Francesco il tribunale per i diritti del malato: come massima autorità sanitaria cittadina a lui si era rivolta l'associazione per avere chiarimenti sulla gestione dei focolai di influenza suina. Il virus che ha bussato alle porte del quartiere Caprareccia, mietendo due vittime: oltre alla cinquantenne, infatti, qualche settimana prima era deceduta all'ospedale di Sulmona anche la sorella, cinquantatreenne con cui condivideva l'abitazione. Il tribunale per i diritti del malato ha chiesto che siano effettuati controlli non solo sulle persone che sono state in contatto con le due sorelle, ma anche sull'abitazione nella quale vivevano. Le condizioni disagiate e igienicamente problematiche, infatti, potrebbero aver influito sulla diffusione del virus e soprattutto sulla sua virulenza; perché, come hanno spiegato i medici, l'H1N1 che è ormai endemico, colpisce soprattutto chi ha le difese immunitarie basse e ancora diventa minaccioso in assenza della vaccinazione. 


VACCINI - I mariti delle due sorelle, in realtà, sono stati vaccinati, ma solo dopo che il caso è scoppiato sulla stampa dopo l'articolo pubblicato dal Messaggero. Forse troppo tardi per fronteggiare un eventuale contagio. Niente allarmismi, continua a ripetere la Asl, secondo cui si tratta comunque di casi isolati, degenerati in contesti particolari e su soggetti con anticorpi deboli. Ma la paura resta: perché certo è forse solo un caso, ma a non stare bene nella famiglia colpita, non è solo il marito dell'ultima vittima, ma anche il padre, ricoverato all'ospedale per problemi respiratori (anche se i medici escludono siano legali al virus). Non è escluso, per questo, che nei prossimi giorni, più che la Asl, intervengano i servizi sociali del Comune per verificare le condizioni igienico-sanitarie in cui vivono le famiglie coinvolte in questa vicenda. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero