Il Purgatorio di Dante tradotto in dialetto aquilano

Franco Narducci
L'AQUILA «E pure questa è fatta! Mo me repuso nu pócu, e pó, recomenzo có ju Paratisu, se Dio vòle! Ndraméndi, chi ieri non ci...

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L'AQUILA «E pure questa è fatta! Mo me repuso nu pócu, e pó, recomenzo có ju Paratisu, se Dio vòle! Ndraméndi, chi ieri non ci stéa e se ju olésse combrà, ju pò troà a Colacchi o a Maccarró o a Polarville, a Via Castéllu». Questo scrive Franco Narducci (foto) sulla sua pagina Facebook, pochi giorni dopo la presentazione del suo ultimo lavoro editoriale, avvenuta domenica scorsa, nella frazione di San Gregorio, nella gremitissima sala delle suore Zelatrici del Sacro Cuore, il Purgatorio di Dante rigorosamente tradotto in dialetto aquilano, "La Commeddia de Dante tradotta in dialettu aquilanu Priatoriu".

«Il dialetto - spiega Narducci- crea una riscoperta anche da parte dei giovani e forse riesce ad avvicinarli di più a questi classici, è importante per le generazioni future costrette negli ultimi anni a convivere con drammatici periodi, come il terremoto e il più recente lockdown dovuto alla pandemia».

Narducci, notissimo scrittore aquilano, gentiluomo d'altri tempi, (ma non nel senso di antico), lo aveva promesso e dopo un anno, puntuale come un orologio, è arrivato il nuovo libro, sullo stesso filone del precedente "Nfernu", presentato verso la fine di ottobre dello scorso anno.

Regista della Piccola Brigata gloriosa compagnia di teatro amatoriale, istituita all'Aquila nel marzo del 1950, una delle più antiche d'Italia. "Nata del dopoguerra, sicuramente la prima d'Abruzzo", ma anche scenografo, attore, commediografo e dal 1985 la dirige con impavida determinazione; nel volume celebrativo del 70 esimo anniversario di fondazione "70 anni di Teatro", ne viene delineata la storia.

Alla presentazione hanno assistito in tanti, segno evidente del consenso verso questo amato e illustre personaggio aquilano, è molto seguito anche sui social. In cattedra per la presentazione, sono saliti Massimo Pasqualone, poeta, professore universitario, critico d'arte di altissimo livello, Valeria Valeri professoressa aquilana e presidente dell'associazione di promozione sociale L'Aquila volta la carta e il fratello giornalista decano, scrittore e vaticanista Mario Narducci, che il 27 agosto scorso, in occasione della Perdonanza celestiniana, ha ricevuto il premio "La Croce di Celestino". Sue alcune letture tratte dal libro presentato domenica. E ora attendiamo ju "Paratisu"!

Sabrina Giangrande
 

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Il Messaggero