Pescara, hotel extralusso nell'atollo: scatta l'inchiesta per truffa

Pescara, hotel extralusso nell'atollo: scatta l'inchiesta per truffa
Dovranno comparire davanti al gup del tribunale di Busto Arsizio, il 24 novembre prossimo, i 19 imputati, tra i quali due pescaresi, coinvolti nel filone principale...

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Dovranno comparire davanti al gup del tribunale di Busto Arsizio, il 24 novembre prossimo, i 19 imputati, tra i quali due pescaresi, coinvolti nel filone principale dell’inchiesta Puerto Azul. I fatti riguardano una maxi truffa da 20 milioni di euro, perpetrata ai danni di circa 200 risparmiatori, molti dei quali abruzzesi, che avevano investito sulla realizzazione di un resort extra lusso a 8 stelle.


La struttura sarebbe dovuta sorgere al largo della costa del Belize, nell’atollo Blue Hole, ma in realtà non ha mai visto la luce. Per rendere credibile l’operazione erano stati ingaggiati anche diversi personaggi del jet set internazionale, ovviamente ignari delle intenzioni dei promotori, tra i quali Andrea Bocelli e John Travolta. Nell’ambito del primo filone dell’inchiesta, il cui raggio risulta più circoscritto rispetto al secondo, quattro imputati hanno scelto di patteggiare: tra questi due promotori finanziari pescaresi nel frattempo radiati dalla Consob. Entrambi rischiano il processo, insieme agli altri 17 imputati, accusati a vario titolo di associazione a delinquere, truffa aggravata, appropriazione indebita, abusiva attività finanziaria e bancaria, sollecitazione e raccolta abusiva del risparmio, ostacolo alle funzioni di vigilanza, riciclaggio, autoriciclaggio, circonvenzione di incapaci, falso in atti e sostituzione di persona.

L’organizzazione aveva basi, oltre che in Italia, in Lussemburgo, Svizzera, Caraibi e Regno Unito. I risparmiatori raggirati, alcuni dei quali assistiti dall’avvocato pescarese Roberto Luciani, erano stati indotti ad investire attraverso la prospettazione di altissimi rendimenti economici. Dalle indagini è emerso anche come le disponibilità finanziarie di alcuni clienti provenissero da facoltosi imprenditori, i quali avevano la necessità di reinvestire denaro frutto di evasione fiscale, mentre in altri casi si trattava di persone che tentavano di far fruttare i risparmi di una vita. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero