Morto il fondatore del 118, Gaetano Pallini: il medico era malato ma ha continuato a lavorare durante l'emergenza Covid

Morto il fondatore del 118, Gaetano Pallini: il medico era malato ma ha continuato a lavorare durante l'emergenza Covid
E' morto Gaetano Pallini, il fondatore del 118 di Teramo, aveva 68 anni e ha combattuto con forza contro una grave malattia. Viveva ad Atri ma era conosciuto in tutta la...

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E' morto Gaetano Pallini, il fondatore del 118 di Teramo, aveva 68 anni e ha combattuto con forza contro una grave malattia. Viveva ad Atri ma era conosciuto in tutta la regione per il suo carico di umanità e competenza. Medico preparato, lascia un vuoto immenso.


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«Ho appreso con profondo dispiacere la notizia della prematura scomparsa del dottor Gaetano Pallini, primario del Servizio di Emergenza Urgenza della Asl di Teramo fino a qualche anno fa, prima di andare in pensione. Un uomo che possiamo considerare il padre del 118 nel teramano e al quale tutti dobbiamo qualcosa. Nei giorni più difficili dell’emergenza legata al Covid-19, nonostante la malattia, ha continuato a far parte dell’Unità di crisi della Asl e a dare il suo contributo all’ospedale Covid San Liberatore di Atri» ricorda con dolore il sindaco di Pineto, Robert Verrocchio.



«Anche la comunità di Pineto lo ha molto apprezzato per il suo operato e la sua umanità. Molti gli incontri che in passato si sono svolti a sua cura sul nostro territorio per raggiungere l’obiettivo dell’attivazione del servizio del 118. Desidero esprimere alla famiglia le più sentite condoglianze da parte mia e dell’Amministrazione Comunale di Pineto» conclude il sindaco di Pineto, Robert Verrocchio che esprime il suo cordoglio e quello dell’Amministrazione comunale per la scomparsa del medico atriano Gaetano Pallini.



Commosso il ricordo del sindaco di Atri: «La prima volta che ho incontrato il dottor Gaetano Pallini avevo 6 anni. Mi ero infortunato a un occhio cadendo a scuola e la lesione era importante. Tra i miei ricordi c’è il viso tranquillo di mia madre nell’affidarmi in ospedale alle sue cure. Seppur giovanissimo medico, erano indiscutibili e conosciute già da allora le sue capacità professionali grazie alle quali si è sempre distinto. Tali capacità unite a una grande umanità e a un’intelligenza lucida e vivace lo hanno reso uno dei cittadini di cui Atri può farsi vanto. Impossibile ricordare quanto ha realizzato nel corso della sua carriera professionale: dall’istituzione e organizzazione a livello aziendale, regionale e nazionale della rete emergenziale, all’impegno nelle missioni umanitarie in scenari bellici e in occasione di catastrofi naturali e all’entusiasmo profuso in ambito associazionistico nel mondo dello sport» scrive sul suo profilo fb, il sindaco Piegiorgio Ferretti.

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«Così come è impossibile dimenticare a livello umano la sua umiltà, la sua disponibilità e la sua naturale rumorosa simpatia. Solo pochi giorni fa ha messo a disposizione la sua grande competenza professionale ed è diventato per me un faro nel buio dell’emergenza che ci ha travolti nel quale mi ha guidato nei rapporti con la Asl, è stato autore dei protocolli sanitari di conversione e riconversione del presidio ospedaliero San Liberatore e mi ha indirizzato in tutte le azioni finalizzate al contenimento del contagio. E questo impegno è stato l'ultimo, straordinario, dono alla sua città che conserverà sempre disseminati in tanti segni la sua grandezza e la sua umanità. Alla moglie e alla famiglia vanno a mio nome personale, a nome dell’Amministrazione Comunale e dell'intera cittadinanza le più sentite condoglianze». 



«Sei stato il medico dell’emergenza , hai visto nascere il 118 a Teramo e lo hai guidato nel modo migliore. Eri un amico prima che un dirigente, quando ti incontravamo e ti dicevamo “ ciao Dottore” tu rispondevi “ sono Gaetano” e questo denotava la tua grande umiltà! Non ti sei mai risparmiato, e anche ora che eri in pensione hai dato il massimo per il tuo ospedale , per la gente che amavi tanto, mettendoti di nuovo in gioco nell’emergenza Covid. È stato bello collaborare con te anche in questa ultima emergenza sanitaria. Ti ricorderemo sempre , e porteremo con noi i tuoi insegnamenti! A chi non ti ha conosciuto diremo noi chi eri, perché il tuo ricordo resterà vivo! Ciao dottore ! E questa volta permettici di chiamarti così».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero