Fracassa naso e mandibola a un rifugiato eritreo. Il 17enne alla Polizia: «L'ho fatto per paura»

Fracassa naso e mandibola a un rifugiato eritreo. Il 17enne alla Polizia: «L'ho fatto per paura»
Nel maggio dello scorso anno era stato protagonista di un pestaggio costato lesioni al naso e a una mandibola a un eritreo di 35 anni, al terminal di Collemaggio. Ora per il...

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Nel maggio dello scorso anno era stato protagonista di un pestaggio costato lesioni al naso e a una mandibola a un eritreo di 35 anni, al terminal di Collemaggio. Ora per il minorenne si sono aperte le porte di un'associazione di volontariato che opera in città per svolgere lavori socialmente utili per la durata di un anno. Le serrate indagini portate avanti dagli agenti della Squadra mobile hanno sollecitato un 17enne aquilano a presentarsi spontaneamente negli uffici della Questura per confessare, anche se in ritardo, il grave gesto compiuto ai danni di un richiedente asilo. Secondo la versione fornita dal ragazzo (assistito dall'avvocato Roberto Tinari) indagato presso la Procura dei Minori dell'Aquila di lesioni personali gravi, lo stesso avrebbe agito solo per paura quando si è trovato da solo nel terminal con il solo 35enne con regolare permesso di soggiorno. Una paura che a suo dire lo ha portato a colpire più e più volte il cittadino eritreo prima di andare via come se nulla fosse.


La parte offesa che ha dovuto far ricorso alle cure dei medici del Pronto soccorso con una prognosi di 30 giorni per la frattura del naso e della mandibola era stato costretto anche al ricovero presso lo stesso nosocomio. L'avvertire con il passare delle ore il fiato sul collo da parte degli investigatori aveva spinto l'aggressore ad avvertire il proprio avvocato e a presentarsi negli uffici della Questura. Qui gli investigatori della Mobile non hanno potuto fare altro che mettere nero su bianco le versione dei fatti fornita dall'indagato. A spingere l'adolescente a uscire allo scoperto anche la pressione di indignazione popolare quando l'aggressione senza alcun perché è venuta a galla, avvenuta tra l'altro in un posto molto frequentato da ragazzi anche più piccoli dell'indagato e donne non accompagnate.

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Il Messaggero