“We haven't a planet b”. E’ la frase da non scordare, ed è quella che campeggia sul suo profilo Facebook. Federica Gasbarro, 24 anni, nata ad Avezzano...
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L’incontro con i giovani si inserisce nel vertice Climate Action, che domani, 23 settembre, vedrà protagonisti capi di stato e di governo, imprenditori, ong e organizzazioni sociali che esporranno le iniziative in atto, in ciascun Paese, per ridurre le emissioni del 45% nel prossimo decennio e arrivare a zero emissioni nette nel 2050. Per l'Italia ci saranno il premier, Giuseppe Conte; il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, e il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa che qualche giorno fa, nel suo ufficio, ha ricevuto Federica e Federico. “Guterres - riferisce Gasbarro - si è detto entusiasta per la leadership e il dinamismo dei giovani per l'azione sul clima. Due anni fa - ha evidenziato - ero molto scoraggiato. Ma a un certo punto - ha fatto presente - ho capito che c'era uno slancio, in grande parte grazie al movimento dei giovani, che ha iniziato ad avere un impatto, arrivando a far sì che milioni di cittadini chiedano chiaramente un cambiamento e che i leader siano attuatori di esso”.
Quindi ci ha invitato “a proseguire nelle nostre azioni, perché non c'è tempo da perdere... Tanti stanno già morendo. Basta, quindi, con i sussidi alle energie fossili”. In un videomessaggio dalla Grande Mela, dove è arrivata dopo un "viaggio lungo, altrettanto bello e pieno di emozioni", Federica spiega: «Sono qui per ribadire ciò che sosteniamo da sempre, ossia che sono necessarie azioni drastiche, lungimiranti, affinché gli accordi di Parigi vengano rispettati; affinché ci si tenga al di sotto della soglia dell'1,5 gradi centigradi; affinché ci sia una vera decarbonizzazione dell'economia, del modo di trasportare persone e cose, insomma un vero e proprio cambio di rotta. Parlo a nome di tutti i giovani - aggiunge - che ci tengono a vivere un futuro prossimo, a veder crescere i propri figli e a non aver paura di respirare semplicemente aria perché non sanno che contiene». Il progetto per cui è stata scelta dall’Onu riguarda i fotobioreattori, le microalghe, che sono coltivate per produrre zuccheri, polisaccaridi, acidi grassi eccetera, ma non sono sfruttate per la loro capacità di assorbire grandi quantità di anidride carbonica. I fotobioreattori si potrebbero coltivare in zone con grandi emissioni di gas climalteranti, per esempio vicino a poli industriali. «Questa è un'esperienza unica - commenta appassionata Federica -. Qui ho avuto modo di incontrare anche Greta (Thunberg, ndr). Ho potuto scambiare con lei poche battute, poi l'hanno portata via. Conserva un bel ricordo dello strike di Roma». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero