Ex carabiniere ucciso, padre e figlio in caserma: sequestrata la moto del ragazzo

Ex carabiniere ucciso, padre e figlio in caserma: sequestrata la moto del ragazzo
Sono a un punto di svolta le indagini ad Ascoli sull’omicidio dell'ex carabiniere chietino Antonio Cianfrone, il 51enne ucciso mercoledì scorso mentre faceva...

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Sono a un punto di svolta le indagini ad Ascoli sull’omicidio dell'ex carabiniere chietino Antonio Cianfrone, il 51enne ucciso mercoledì scorso mentre faceva jogging sulla pista ciclabile. Ieri pomeriggio i carabinieri hanno perquisito due abitazioni di Pagliare e sequestrato una moto. Due persone, padre e figlio, sono state condotte e trattenute in caserma per accertamenti. Il blitz è scattato ieri pomeriggio quando alcune pattuglie dei carabinieri si sono recate a Pagliare.


Dopo un paio di ore, padre e figlio sono stati fatti salire su un’auto di servizio e portati in caserma. Inoltre, su un furgone dei carabinieri è stata caricata la motocicletta del ragazzo che era in garage e che sarà sottoposta a verifiche. Una di queste ha riguardato il rilevamento del rumore prodotto dalla stessa motocicletta. Una prova che si è resa necessaria per confrontare la traccia audio rilevata con quella catturata dall’impianto da uno degli impianti di videosorveglianza montato nelle vicinanze del luogo del delitto. Le telecamere installate su un’abitazione privata oltre al video avrebbero registrato anche l’audio in cui si sentirebbe sfrecciare la moto utilizzata dai killer subito dopo aver compiuto l’agguato mortale. Pertanto, sarebbe stata riprodotta la scena nelle vicinanze dell’impianto di videosorveglianza per verificare l’eventuale corrispondenza dei due rilievi audio. Quasi nello stesso momento, un altro gruppo di carabinieri hanno fermato la fidanzata del giovane che in quel momento si trovava in compagnia della madre per poi procedere anche in questo caso alla perquisizione di casa e auto.


In serata, il ragazzo è stato riportato a casa mentre il padre è rimasto per alcune ore in caserma. Un aiuto prezioso, poi, potrebbe arrivare proprio dalle immagini delle telecamere di uffici pubblici, attività commerciali e delle abitazioni private che potrebbero aver ripreso la moto con in sella i due killer durante il percorso per raggiungere Cianfrone sulla pista ciclabile e durante la fuga subito dopo aver sparato i tre colpi mortali. Nel frattempo, la pista ciclopedonale è ancora sotto sequestro, mentre gli artificieri hanno cercato i bossoli dei proiettili sparati contro la vittima. Resta sempre in piedi anche la pista che porta al Salento dove l’ex sottufficiale dei carabinieri aveva dei collegamenti sui quali indagare. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero