Dissesto Aca, tre condanne e un patteggiamento

Dissesto Aca, tre condanne e un patteggiamento
Si fa sempre più pesante il quadro penale di Ezio Di Cristoforo, l’ex presidente dell’Aca di Pescara, che dopo avere rimediato una condanna a 8 anni per...

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Si fa sempre più pesante il quadro penale di Ezio Di Cristoforo, l’ex presidente dell’Aca di Pescara, che dopo avere rimediato una condanna a 8 anni per corruzione e turbativa d’asta, ieri pomeriggio ha incassato una nuova condanna, a 4 anni e 4 mesi di reclusione, nel procedimento sul dissesto finanziario dell’Azienda acquedottistica abruzzese. Il gup del tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea, nell’ambito dello stesso procedimento con rito abbreviato, ha inoltre condannato a 2 anni e 8 mesi ciascuno l’ex componente del consiglio d’amministrazione Concetta Di Luzio e l’ex direttore generale Candeloro Forestieri. Tutti e tre gli imputati sono stati poi condannati a risarcire la parte civile Aca, con una provvisionale di 100mila euro.


L’ex vice presidente Giuseppe Di Michele ha invece patteggiato una pena di 2 anni e 4 mesi, mentre l’ex direttore generale Bartolomeo Di Giovanni è stato rinviato a giudizio e sarà giudicato con il rito ordinario dal tribunale collegiale. L’accusa, rappresentata dal procuratore aggiunto Annarita Mantini, ha contestato ai cinque imputati i reati di bancarotta fraudolenta, patrimoniale e documentale, e truffa, chiedendo condanne a 5 anni per Di Cristoforo e a 3 anni per Di Luzio e Forestieri. Il giudice ha sottolineato la particolare gravità del capo d’imputazione riguardante la bancarotta fraudolenta, alla quale avrebbero concorso tutti gli imputati, “rappresentando falsamente utili di esercizio in realtà inesistenti”. Nello specifico, dal 2009 al 2012, avrebbero dichiarato utili tra i 506mila e i 931mila euro, a fronte di perdite effettive che nei quattro anni superarono i 33 milioni di euro. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero