L’ex vice presidente Giuseppe Di Michele ha invece patteggiato una pena di 2 anni e 4 mesi, mentre l’ex direttore generale Bartolomeo Di Giovanni è stato rinviato a giudizio e sarà giudicato con il rito ordinario dal tribunale collegiale. L’accusa, rappresentata dal procuratore aggiunto Annarita Mantini, ha contestato ai cinque imputati i reati di bancarotta fraudolenta, patrimoniale e documentale, e truffa, chiedendo condanne a 5 anni per Di Cristoforo e a 3 anni per Di Luzio e Forestieri. Il giudice ha sottolineato la particolare gravità del capo d’imputazione riguardante la bancarotta fraudolenta, alla quale avrebbero concorso tutti gli imputati, “rappresentando falsamente utili di esercizio in realtà inesistenti”. Nello specifico, dal 2009 al 2012, avrebbero dichiarato utili tra i 506mila e i 931mila euro, a fronte di perdite effettive che nei quattro anni superarono i 33 milioni di euro.
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