Coronavirus, famiglia teramana bloccata a Bali ormai da 40 giorni a Bali. Un incubo che è iniziato per Luigi D'Ignazio con una tragedia improvvisa: la scomparsa del...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Oltre al dolore della perdita improvvisa, la famiglia teramana si trova a vivere un’assurda condizione di “prigionia”: i visti turistici infatti, sono scaduti, e le autorità indonesiane, alla richiesta di un rinnovo per ragioni di emergenza, hanno sequestrato i passaporti di Luigi e della sua compagna Carlotta. Nel frattempo anche l’iter burocratico per il rimpatrio della salma dovrà essere ripetuto, ma, con l’aggravarsi della situazione internazionale legata all’espansione della pandemia da Covid-19, anche i voli aerei sono stati cancellati. La famiglia teramana non riesce a vedere una via d'uscita da questa assurda situazione, intanto anche in Indonesia si stanno facendo sentire gli effetti della pandemia.
«Ci troviamo bloccati in casa – racconta ancora Luigi – e, anche se il nostro periodo di autoquarantena è finito, abbiamo paura ad uscire, perché il clima sociale non è certo dei migliori, anche qui i beni di prima necessità cominciano a scarseggiare e gli europei non vengono visti di buon occhio, c’è anche chi si rifiuta di dare appartamenti in affitto, visto che c’è la paura dei contagi, e molte ambasciate hanno fatto rientrare il loro personale. Temiamo che la situazione possa peggiorare sempre di più e chiediamo che le autorità si attivino per farci tornare in patria al più presto».
La famiglia D’Ignazio, dopo aver effettuato tutti i possibili tentativi con le autorità indonesiane, si è anche rivolta all’avvocato teramano Luca Quartapelle, che sta seguendo il caso e che si è già rivolto all’ambasciata italiana e alla Farnesina. «Ci stiamo muovendo - spiega - per far ottenere innanzitutto la proroga del visto, ma sono necessari interventi più incisivi per consentire il rientro in patria della famiglia e delle ceneri del padre, L'Italia dovrebbe attivare un ponte aereo come hanno fatto altre nazioni per consentire il rientro di questa famiglia e di altri italiani che si trovano attualmente nelle stesse condizioni. Alcuni sono riuscuti a tornare in patria appoggiandosi a voli che sono stati organizzati da altri Paesi, come la Francia e l'Inghilterra. Come ho scritto nelle mail inviate allAmbasciata italiana in Indonesia e al Ministero degli Esteri, dopo tutto quello che è successo la famiglia è decisamente provata da tutta questa situazione sia fisicamente che psicologicamente, è quindi necessario intervenire al più presto». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero