Coronavirus, visite ai congiunti: sì agli spostamenti ai confini tra Abruzzo e Marche

Il governatore Marsilio
I presidenti della Regione Marche Luca Ceriscioli e della Regione Abruzzo Marco Marsilio hanno firmato nel pomeriggio di ieri la comunicazione ai prefetti di Ascoli Piceno e...

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I presidenti della Regione Marche Luca Ceriscioli e della Regione Abruzzo Marco Marsilio hanno firmato nel pomeriggio di ieri la comunicazione ai prefetti di Ascoli Piceno e Teramo, informando che con decreto delle rispettive Regioni è stata determinata la possibilità, per i congiunti residenti nelle province di confine, di autorizzare la visita a congiunti residenti nelle province confinanti a far data dal 23 maggio 2020. Sono dunque consentiti al momento gli spostamenti dalla provincia di Ascoli Piceno alla provincia di Teramo, e viceversa, nei termini previsti dai rispettivi decreti regionali e dalla comunicazione dei due presidenti ai prefetti.


Sia la Regione Marche sia la Regione Abruzzo hanno dichiarato la propria disponibilità a procedere analogamente anche con i presidenti delle altre Regioni confinanti. «Con questo provvedimento diamo una risposta alle tante persone che in questi mesi non sono riusciti a incontrare i propri congiunti, pur vivendo a pochi chilometri di distanza, a causa dei confini geografici. Un primo passo verso un ritorno alla normalità, seppure con le dovute e necessarie precauzioni da rispettare, a cui richiamo ancora una volta ogni cittadino», ha dichiarato il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio.

«Proseguiamo gradualmente con le riaperture, non solo delle attività, ma anche degli spazi per i cittadini - ha detto il presidente Luca Ceriscioli - e la visita ai congiunti di province confinanti di altre regioni, dopo mesi di chiusura, può essere considerata come un motivo di necessità, anche considerando il fatto che le persone appartenenti a province di confinanti di regioni diverse sono distanti a volte solo pochi chilometri, o addirittura poche centinaia di metri le une dalle altre». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero