Guarisce dal coronavirus e torna a casa: morto all'improvviso il pittore Marcello Ercole

Guarisce dal coronavirus e torna a casa: morto all'improvviso il pittore Marcello Ercole
Si è spento l’altra notte all’Aquila il pittore e maestro Marcello Ercole lasciando attonita la città che aveva, invece, festeggiato il suo ritorno dopo...

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Si è spento l’altra notte all’Aquila il pittore e maestro Marcello Ercole lasciando attonita la città che aveva, invece, festeggiato il suo ritorno dopo ben due mesi di ospedale trascorsi nel reparto aquilano anti-Covid nel capoluogo abruzzese. Aveva superato il coronavirus assieme alla signora Vanda, novantenne maestra elementare, sua moglie e all’età di 94 anni era tornato in città ad Avezzano accolto dalle due figlie Tiziana e Simonetta e da tutti i suoi amici e dai tantissimi nipoti che lo frequentavano.


E infatti lui faceva parte di una famiglia di ben otto fratelli tra i quali il noto ex commissario di Polizia, poi avvocato Giulio e il pugile poi allenatore, Domizio. Sembrava fatta e invece no: il Covid-19 ha contribuito a stroncare quella tempra forte e una banale infezione lo ha definitivamente finito. La sua Avezzano lo ricorda non solo come pittore internazionale, ma anche come vignettista. Ed è bene sottolineare proprio questa sua vena ironica che, con un tratto di penna, lo aiutò a diffondere le caricature dei maggiori uomini politici abruzzesi, di tutti i sindaci di Avezzano e di tanti personaggi tipici della città.

A testimonianza del fatto che, come da lui stesso confidato, «lo spirito che anima un artista non ha confini e passa dal sacro al profano senza distinzioni se non quelli dettati dalla volontà dell’autore». Cominciò proprio col Messaggero a pubblicare le sue vignette a cavallo tra gli anni ’50 e ’60 per poi proseguire su altre testate. Ma come non ricordare le sue mostre in via Margutta per poi passare alla sua prima personale a Roma, alla galleria ”Il Vantaggio” e poi ancora alla Quadriennale di Roma e alla Biennale Nazionale d’Arte Sacra e a Napoli in Galleria Schettini, a Pescara in Galleria Ponterosso a Caracas a Casa d’Italia, a Salerno in Galleria Dolmen. Poi le due Pale per la Chiesa di Santa Marcella a Roma commissionategli dalla Cancelleria Vaticana, su disposizione di monsignor Giovanni Fallani, presidente della Commissione Pontificia d’Arte Sacra.


Ma suoi quadri si trovano a New York, Mosca, Leningrado, Toronto, Montreal, Kofu e Jamanaki in Giappone e poi ancora a Roma alla Barcaccia e poi ancora nella sua Marsica alla triennale di arte sacra a Celano e al Centro studi siloniani a Pescina. Ma gli avezzanesi lo ricordano in giro per la città con quel suo inseparabile foulard acuto osservatore di paesaggi cittadini e anche di visi noti e non della sua Avezzano bene o male, cripticamente o palesemente presenti nei suoi innumerevoli quadri e in tantissimi suoi disegni. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero