Coronavirus, ospedale L'Aquila riferimento Covid: «Reparti a rischio»

Coronavirus, ospedale L'Aquila riferimento Covid: «Reparti a rischio»
L’AQUILA  - Più che l’epidemia coronavirus, che ieri per il terzo giorno consecutivo non ha fatto registrare casi positivi in città, le tensioni in...

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L’AQUILA  - Più che l’epidemia coronavirus, che ieri per il terzo giorno consecutivo non ha fatto registrare casi positivi in città, le tensioni in questo frangente all’Aquila sono legate tutte al piano di gestione dell’emergenza su base regionale. E’ di tutta evidenza che, fino a questo momento, l’Asl provinciale è quella che ha subito meno l’impatto del coronavirus.


Questo, però, non la esime dal dover mettere a disposizione posti letto, visto che il San Salvatore, in base a quanto sancito dalle direttive ministeriali e dalle ordinanze regionali, è stato indicato come ospedale-Covid. L’innalzamento dell’emergenza a livello 4, il massimo, deciso dal Crea (Comitato regionale emergenza-urgenza), comporta anche questo ulteriore passaggio, l’obbligo di individuare strutture tutte dedicate al trattamento dei contagiati. Il San Salvatore si predispone anche per la sua conformazione a padiglioni orizzontali che consentono di mantenere puliti e separati percorsi e aree.

Tutto liscio? Neanche per niente. La task force regionale, a guida Alberto Albani, preme molto su questo piano di reperimento dei posti letto. Pena, addirittura, un possibile commissariamento. E questo non fa fare salti di gioia a buona parte della politica locale che, invece, vorrebbe tutelare il San Salvatore, almeno dai grandi flussi.

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Il manager Asl, Roberto Testa, è sereno: «Dobbiamo fare la nostra parte, come stanno facendo altrove. Si chiama solidarietà in un momento in cui siamo di fronte a una vera guerra. Stiamo cercando di adeguarci alle direttive di Ministero e Regione. In ogni caso non smembriamo nulla. Come si dice? In momenti come questi l’animo umano oscilla tra il meglio e il peggio».

L’idea, possibile, di un “attacco” al San Salvatore è stata diffusa ieri dal centrosinistra. Il primo è stato il consigliere comunale dem Stefano Palumbo: « Pare si vogliano trasferire da qui a qualche giorno alcuni reparti dal San Salvatore in altre strutture della provincia dell'Aquila per potenziare il nostro ospedale come struttura dedicata all'emergenza Covid19. Si apra subito una discussione seria, no alle decisioni calate dall'alto».

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Allarme rinfocolato dalla deputata Stefania Pezzopane: «Voglio sapere chi sta nell’unità di crisi e che cosa ha deciso sui reparti dell’ospedale San Salvatore. Ho sentito alcune voci di ipotesi inaccettabili».

Il caso è nato perché i posti delle Medicine sono quelli, stando così le cose, a più alto rischio riconversione o spostamento. Tanto che, per il San Salvatore, il tutto si ricondurrebbe a una riorganizzazione della sola Lungodegenza, che ospita oggi pazienti “sensibili”.

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L’Asl sta valutando il da farsi, ma nessuna soluzione è stata ancora assunta. Di certo c’è che sono già stati reperiti una quarantina di posti-Covid (extra G8) e che altrettanti saranno resi disponibili nelle prossime ore. Evidentemente per far fronte ad esigenze regionali, sempre che la curva dei casi, qui in città, resti così com’è. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero