L'amicizia nata con il ping pong, poi la conversione: giornalista cinese dona centomila mascherine alla Curia

L'amicizia nata con il ping pong, poi la conversione: giornalista cinece dona centomila mascherine alla Curia
Xu Can, giornalista cinese, amico del parroco di San Rocco, don Adriano Principe, ha donato al vescovo dei Marsi, Pietro Santoro, centomila mascherine. E’ la stessa Curia a...

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Xu Can, giornalista cinese, amico del parroco di San Rocco, don Adriano Principe, ha donato al vescovo dei Marsi, Pietro Santoro, centomila mascherine. E’ la stessa Curia a divulgare la bella notizia. Ieri mattina sono arrivate nella sede vescovile di Avezzano le centomila mascherine che Xu Can, un ex- giornalista sportivo dello Shanghai times, oggi presidente di Shanghai Xiafu Sports Culture Development srl e segretario generale di Shanghai Yangpu District Basketball Association, ha spedito dalla Cina.


«A unire i due, nel cuore e negli obiettivi,- precisa la Curia - una lunga amicizia nata e cresciuta intorno ad un tavolo di ping pong. Come amanti dello stesso sport, infatti, si incontrarono prima come sfidanti e avversari per poi scoprirsi, invece, nel corso degli anni come compagni di cammino e amici veri». «Da giornalista – racconta Xu Can – ho viaggiato molto e in una di queste occasioni ho conosciuto l’ex tennistavolista della nazionale italiana, Yang Min e suo figlio Yang Jiaqi. Grazie a loro ho conosciuto don Adriano Principe, ed è nata una bellissima amicizia con il sogno di collaborare insieme per rendere questo mondo più bello, e per portare la luce a più persone».


«Nel 2017 sono stato ad Avezzano e con don Adriano ho espresso la mia conoscenza verso Dio: il Creatore dell’universo, la forza della pace. Ho parlato di molti argomenti riguardanti il valore della vita e ho sempre creduto che siamo in questo mondo per il volere di Dio». Un’amicizia lunga e profonda, quindi, che in questo tempo di Covid-19 ha trovato modo non solo di alimentarsi nuovamente ma di trovare progetti comuni da condividere. Ecco allora nascere l’opportunità di unire i due popoli e le loro sofferenze in un’opera dai risvolti umanitari. «Dopo il ritorno in Cina – prosegue Xu Can – ho mantenuto sempre il contatto con don Adriano tramite Wechat, e soprattutto quest’anno quando il Covid-19 è diventato più intenso. Quando il virus è scoppiato in Cina, don Adriano ha continuamente chiesto della mia situazione. Fortunatamente, la città di Shanghai non è stata colpita duramente, quando poi imprevedibilmente, il virus è arrivato in Italia, ho sentito nascere in me la preoccupazione di quanto stava accadendo in Italia. E allora – aggiunge Xu Can – ho trovato la possibilità di poter fare qualcosa per i miei amici italiani». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero