La denuncia di una mamma: «Quel disegno falso e non ho più visto i miei bambini»

L'avvocato Rossella Gasbarra che tutela i genitori. La denuncia di una mamma: «Quel disegno falso e non ho più visto i miei bambini»
C’è una mamma che non è mai arresa a perdere per sempre i suoi due figli. Li sente sempre accanto anche se non li vedi dal 2017, da quattro lunghissimi anni....

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C’è una mamma che non è mai arresa a perdere per sempre i suoi due figli. Li sente sempre accanto anche se non li vedi dal 2017, da quattro lunghissimi anni. In mano stringe le foto di loro piccolini, e cerca di incontrare i loro sorrisi per strada, al centro commerciale o solo nei sogni. I due bambini oggi hanno 14 e 11 anni, una maschietto e una femminuccia che nel 2011 sono stati tolti ai genitori - una coppia che vive nel Chietino - e da allora è iniziata una tortuosa vicenda giudiziaria terminata nel 2019, con la conferma in Cassazione dello stato di adottabilità di entrambi. «Chissà dove sono oggi?» dice la mamma 52enne al telefono. La parola adozione per i genitori è incomprensibile, impronunciabile.

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È il loro avvocato Rossella Gasbarri di Pescara a riferire che, al momento, tutte le strade dei tribunali «sono diventate impercorribili». Eppure in questa vicenda tutto è andato a discapito dei due genitori che sì, hanno una vita semplice, ma non hanno fatto mai mancare nulla ai figli, in termini di sostentamento e amore. Del maschietto, che era molto legato al papà, e della femminuccia «non sappiamo più nulla» dice il legale. Cosa fare? «Ora siamo in un vicolo cieco» afferma l’avvocato. Non resta che l’appello, nel vuoto del web, di questa madre disperata che ha già scritto a Papa Francesco e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l’unico che le ha risposto con un garbato «non possiamo fare nulle». «Eppure - ripete la mamma - ci deve essere un modo per poter riabbracciare i miei figli». 

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La vicenda si è complicata in modo irreparabile nel 2015 quando tra i disegni della bambina spuntò un uomo nero, quello che la piccola chiamerà «Leonardo, l’amico di papà», che forse portava il male in casa. «Un disegno falsificato, Leonardo non esiste» ribatte la mamma. «Anche i servizi sociali smentirono e dissero che quell’uomo era inventato, era solo il frutto della fantasia della bambina - spiega l’avvocato - eppure si andò avanti con il procedimento di adozione, oggi diventato definito. Una decisione che noi contestiamo perché i due genitori sono capaci di occuparsi dei figli, a quel tempo avevano solo bisogno di supporto e sostegno da parte dei servizi sociali ed è questo che è mancato, se fossero stati seguiti a casa ora la famiglia sarebbe ancora unita». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero