Caso Cucchi: «Coisp, perchè una via a Pescara?»

Caso Cucchi: «Coisp, perchè una via a Pescara?»
PESCARA - «Un consigliere comunale pescarese ritiene di dover celebrare, con l'intitolazione di una via, il ricordo di una persona deceduta dopo essere stata arrestata per...

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PESCARA - «Un consigliere comunale pescarese ritiene di dover celebrare, con l'intitolazione di una via, il ricordo di una persona deceduta dopo essere stata arrestata per droga. Perchè? Cui prodest? Qual è il senso?». Se lo chiedono Alessandro Rosito, segretario per l'Abruzzo del sindacato di polizia Coisp e Donato Fioriti, presidente nazionale e pro tempore per l'Abruzzo del Centro Italiano di Proposta ed Azione Sociale (CIPAS). «Non sfugge - proseguono Rosito e Fioriti - la particolarità di una vicenda ancora da definire giudizialmente per il decesso in carcere della persona arrestata, ma da qui alla proposta di intitolazione di una via c'è un abisso. E crediamo che così non si faccia neppure un buon servizio per la serena ricerca della verità di quanto accaduto a quel giovane, mischiando le pere con le mele». «Quanti leali e valorosi appartenenti alle Forze dell'Ordine - proseguono Rosito e Fioriti - il cui sangue è stato versato barbaramente mentre erano in servizio, sono stati lasciati assieme alle loro famiglie nell'oblio più assoluto e senza alcun serio supporto economico? Forse che i tutori dell'ordine devono morire per contratto e quindi la loro dipartita non conta?». «Diversa - continuano Rosito e Fioriti - è l'ipotesi di intitolazione di una strada all'ispettore di polizia Raciti, morto in servizio per mano di una frangia estremista di ultrà catanesi. Si tratta di una vicenda definita e chiara, dove un servitore dello Stato è morto nel compimento del suo dovere. Associarlo a Cucchi, però, per l'intitolazione salomonica ad entrambi di una via, non aiuta di certo a fare chiarezza, ma sembra un modo ambiguo di procedere per continuare ad avere soggetti pro e contro le forze dell'ordine». «Ci auguriamo - concludono Rosito e Fioriti - che l'uscita inopportuna del consigliere comunale sia solo il frutto dell'emotività del momento e non rappresenti la posizione dell'amministrazione civica».
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Il Messaggero