L'Aquila, lo scheletro del mammut finalmente esposto al Munda

L'Aquila, lo scheletro del mammut finalmente esposto al Munda
Il Mammut entra al Munda dell'Aquila. Dopo quattro anni dall’apertura del Museo nazionale d’Abruzzo nei locali limitrofi alla Fontana delle 99 cannelle, anche...

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Il Mammut entra al Munda dell'Aquila. Dopo quattro anni dall’apertura del Museo nazionale d’Abruzzo nei locali limitrofi alla Fontana delle 99 cannelle, anche l’emblema del patrimonio museale del Forte spagnolo potrà essere ammirato tra le opere esposte. Riemerge dopo 10 anni dal bastione est del castello cinquecentesco, quasi un custode della fortezza simbolo del dominio spagnolo, grazie ad Archimetria Group. Due totem con server multimediali installati nella sala biglietteria e nella sala d’ingresso permettono attraverso la tecnologia 3D di vedere l’elephas meridionalis e tutto il bastione est del castello. Un virtual tour immersivo in HD fruibile anche mediante visori 3D guiderà gli utenti nei percorsi suggestivi delle contromine, delle intercapedini inferiori e delle celle del carcere. L’utilizzo di droni, realtà virtuali ed animazioni permettetà di vedere angolazioni e prospettive mai viste prima.


Il mammifero preistorico, così, per la prima volta prende vita, cammina, e con un’apposita applicazione può anche correre. Per far ciò è stato ricreato l’andamento originario, correggendo l’evidente asimmetria dovuta alla mutilazione della parte sinistra, la zanna, persa probabilmente in un combattimento. «La tecnologia e, in particolare, il 3D – ha detto, inaugurando il progetto, la direttrice del Polo Lucia Arbace – ha consentito di portare qui quello che a noi manca tanto, l’elemento più antico del Museo d’Abruzzo, la vera e propria “star” che prima del terremoto attraeva il 75% dei visitatori». Le immagini dal vivo visibili sul totem ma anche sul sito musei.abruzzo.beniculturali.it colpiscono, inoltre, per lo stato, pressoché intatto, in cui si presenta la sala che ospita il Mammut come anche il piano sotterraneo delle contromine e delle celle del carcere.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero