L'Aquila e gli alberi in piazza Duomo: dalle carte del 1929 di Adelchi Serena «80 lecci a 7.600 lire»

L'Aquila e gli alberi in piazza Duomo: dalle carte del 1929 di Adelchi Serena «80 lecci a 7.600 lire»
L'AQUILA - Ottanta lecci, per un importo di 7.600 lire. E’ il 5 novembre del 1929. L’ingegnere capo del “Comune dell’Aquila degli Abruzzi”,...

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L'AQUILA - Ottanta lecci, per un importo di 7.600 lire. E’ il 5 novembre del 1929. L’ingegnere capo del “Comune dell’Aquila degli Abruzzi”, quarta divisione Lavori pubblici, scrive alla prima divisione dell’ente. Il documento ufficiale, di cui il Messaggero è venuto in possesso, dà un’indicazione storica inequivocabile sulla genesi dell’alberatura in piazza Duomo, argomento tornato di grande attualità a distanza di quasi 89 anni. All’epoca fu il podestà in persona, Adelchi Serena, a dare il via libera all’operazione. Con una data ben precisa: il 30 ottobre 1929, come si evince dalla comunicazione dell’ingegnere capo dell’allora Comune. Nella lettera, conservata negli archivi di Stato, si legge chiaramente che il podestà «ha autorizzato i lavori necessari per la piantagione di 80 lecci in piazza Duomo per un importo di 7.600 lire come rilevasi dall’unita relazione dell’Ufficio tecnico comunale. Nel comunicare di aver già scritto alla ditta fornitrice per conoscere se trovasi in grado di poter effettuare il rifornimento di piante si prega di voler definire amministrativamente la pratica su indicata prima d’impegnare in qualsiasi modo l’amministrazione in opere non ancora autorizzate».


I lecci individuati, però, non sembrano soddisfare i requisiti necessari. Tanto che il Prefetto, Sebastiano Sacchetti, originario di Teramo, il 12 marzo del 1930, invia una nota al Podestà allegando le osservazioni dell’allora Comando Coorte Milizia Forestale: «Questo comando esprime il parere – si legge in un altro documento dell’epoca in possesso del Messaggero – che anziché adottare una unica specie (il Quercus Ilex) per l’alberatura proposta, sarebbe opportuno adottare due specie alternate fra loro poiché nell’eventualità che una specie di pianta dovesse fallire, potrebbe rimanere pur sempre l’altra». A questo proposito viene individuata un’altra tipologia: «L’altra specie che potrebbe anche adattarsi con probabilità di riuscita potrebbe essere il “Cercis Silisquastrum”. Ciò in base all’ottimo aspetto vegetativo che presenta questa specie già adottata in Piazza Palazzo».

La nota si chiude con la sollecitazioni a fornire chiarimenti prima possibile. Insomma, la questione degli alberi a piazza Duomo è datata addirittura 90 anni fa e fu oggetto di un preciso iter amministrativo e tecnico, così come si evince dalla documentazione storica.


Oggi è tornata in auge grazie alla proposta di recupero della piazza formulata dall’architetto Maurizio Mucciale, sposata dal sindaco e dal collega dell'Unione di centro, Raffaele Daniele, presidente della commissione Territorio. Un’idea di riqualificazione sulla quale si è acceso un fervido dibattito, come era nelle intenzioni dello stesso primo cittadino.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero