In giro non c’è nessun batterio killer. La morte di Andrea Montebello, il ragazzo di 21 anni di Città Sant'Angelo (Pescara) stroncato da una meningite...
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Questo è stato il timore più grosso sino ai ieri mattina, quando per fortuna si è potuto tirare un sospiro di sollievo. A causare la morte di Andrea è stato il ceppo denominato St213, che non ha nulla a che fare con quello circolato in Toscana. «La situazione – sottolinea il direttore generale della Asl, Armando Mancini – è tranquillizzante. Certo ci dispiace molto per il ragazzo che purtroppo è stato colpito da una sepsi meningococcica, una infezione che si è diffusa nel sangue, e non gli ha lasciato scampo. Da subito, l’abbiamo individuata e abbiamo cercato in tutti i modi possibili di trattarla. Un episodio estremamente sporadico, che però ogni tanto si ripropone. Il meningococco è presente nella bocca di molte persone, che ne diventano portatrici, senza mai sviluppare la malattia, ci sono però dei casi, per fortuna pochi, in cui può diventare virulento e diffondersi. Negli ultimi giorni, ho sentito tante persone chiedere perché il povero ragazzo ne è stato colpito in maniera così tragica, rispondo dicendo che i batteri esistono, mutano nel loro modo di presentarsi e a volte ci aggrediscono nelle situazioni di vita in cui siamo, ad esempio, più sensibili». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero