Abruzzo, streghe e fantasmi: lo scrittore Ferrante racconta una storia di misteri

David Ferrante
Anche nell’Abruzzo di oggi si possono incontrare streghe e magare? Sembrerebbe di sì a giudicare dall’attenzione che l’Abruzzo magico suscita. Si tratta...

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Anche nell’Abruzzo di oggi si possono incontrare streghe e magare? Sembrerebbe di sì a giudicare dall’attenzione che l’Abruzzo magico suscita. Si tratta di un tour di incontri che lo scrittore e sociologo David Ferrante intraprende ogni anno toccando varie località, a partire dal Pescarese, con la collaborazione della professoressa Melideo.

I contenuti affrontati riguardano un fenomeno che ancora resistee affascina. Appassionato studioso della nostra cultura popolare, Ferrante ha all’attivo vari saggi. L’ultimo libro, Il dolore della luce. Racconti di streghe, fantasmi e d’amore (Tabula Fati ed.), tratta di tematiche legate anche alle stregherie. Già nella letteratura classica, Orazio scriveva di streghe peligne, Ovidio di nenia marsa; l’Inquisizione, attraverso le autorità ecclesiastiche locali, ordinò nel 1584 il primo rogo multiplo, con la condanna da parte di Madama Margherita d’Austria dei “diavoli di Penne”; lo stesso d’Annunzio ricorre alla descrizione di riti nel giorno di San Giovanni, si pensi alla Figlia di Iorio; anche Dino Buzzati dedicò tre racconti sull’Abruzzo tra i quali, nel Teramano, le vicende della strega Melinda.

Nei libri di Ferrante, realtà e leggenda, amore e crudeltà cercano un punto di fusione nell’atavico bisogno di magia, «Questa antica vocazione - sottolinea lui - è rimasta nella cultura popolare abruzzese, naturalmente sotto forme più moderne. Sono molte le usanze che proseguono le tradizioni insegnate dalle nonne, spesso in un originale mix di magia e religione. Dalle streghe alle magare guaritrici per allontanare il malocchio, l’ammidia, disegnando con il pollice croci sulla fronte e il rituale dell’olio nel piatto d’acqua; dai personaggi quali i mazzamurelli, i folletti abruzzesi, alle fate; dalla pantafeca ai riti legati alla notte di San Giovanni Battista e ai legami di comparaggio; da amuleti e simboli, come l’acqua magica, alla raccolta di erbe per scopi terapeutici, il nocino, ancora oggi ho potuto direttamente costatare un forte interesse radicato in molte famiglie, che durante i miei eventi arricchiscono il dibattito con testimonianze rilevanti.

Le nuove streghe, in particolare, sono coloro che conoscono la tradizione assommandola però ad elementi di neopaganesimo. Oggi, soprattutto nel Pescarese le magare vengono definite in maniera diversa, riproponendosi in molteplici forme e specificità: operatrici dell’occulto, sensitive, cartomanti, wiccan; tutte figure che guariscono, predicono, consigliano, fanno legamenti e continuano a richiamare gli antichi codici simbolici». A conferma della significativa attenzione ancora esistente, diverse sono le rievocazioni folkloristiche: la Notte delle streghe di Rosciano e Castel del Monte, il Sabba delle Streghe di Pacentro… «Quest’anno è prevista l’uscita della mia nuova opera, Storie di Fantasmi d’Abruzzo e Molise», conclude Ferrante.

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Il Messaggero