Pittrice uccisa, i giudici: «E' stato il figlio Simone, lo ha fatto per i soldi»

Pittrice uccisa, i giudici: «E' stato il figlio Simone, lo ha fatto per i soldi»
GIULIANOVA Simone Santoleri si prepara al ricorso in Cassazione. Da pochi giorni, infatti, sono state rese note le motivazioni della Corte d'assise d'appello...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

GIULIANOVA Simone Santoleri si prepara al ricorso in Cassazione. Da pochi giorni, infatti, sono state rese note le motivazioni della Corte d'assise d'appello dell'Aquila dopo che, lo scorso 16 dicembre, i giudici di secondo grado hanno confermato per lui 27 anni di reclusione, senza alcuno sconto di pena, e ridotto a 18 anni, invece, la reclusione a suo padre Giuseppe, che era stato condannato a 24 anni in primo grado per l'omicidio della pittrice teatina Renata Rapposelli e la soppressione del cadavere in concorso.

Pittrice uccisa, condannati il figlio e l'ex marito
Già al lavoro per preparare il ricorso davanti ai giudici della Cassazione l'avvocatessa Cristiana Valentini, secondo la quale «la sentenza d'Appello appare violare numerose norme del codice di procedura penale sul diritto alla prova». Al contrario di quanto successo a Teramo, stavolta la testimonianza della farmacista Gabriella Di Sante è stata ritenuta inattendibile. «Sebbene in buonafede si legge nelle motivazioni - si sarebbe fatta suggestionare dal bailamme mediatico». Il nuovo ricorso punterà sul rigetto delle nuove richieste di prova avanzate dalla difesa di Simone per tentare di dimostrare ipotesi di morte alternative della povera Renata, scartate dai giudici aquilani.

Omicidio Rapposelli, il pm: «Simone chiamava la mamma bastarda, tr...». Oggi la sentenza


«Simone aveva una vera ossessione per il denaro» e questo è ribadito come il movente del delitto, che secondo la Corte, tuttavia, «va valutato unitamente al sicuro rancore che nutriva per la propria madre e all'indole impulsiva e violenta». In quanto a Giuseppe, in secondo grado è stato stabilito che «non solo abbia consumato, in concorso con il figlio Simone, il reato di distruzione del cadavere di Renata, ma che nell'occasione dell'omicidio di questa, abbia cooperato, seppure con un ruolo del tutto marginale, tanto più che in sede di interrogatorio lo stesso ha riferito, del tutto spontaneamente, che durante l'azione omicidiaria il figlio Simone lo invitò veementemente ad aiutarlo (vieni qua, scemo! Vieni qua! Aiutami)».

Omicidio della pittrice, il figlio Simone in carcere scrive un libro. «Ma ormai la mia vita è finita»

Anche se a uccidere materialmente la mamma mediante asfissia meccanica sarebbe stato Simone, hanno ribadito i giudici d'Appello, in ragione della sua possenza fisica e della gracilità di Giuseppe, «affetto anche da handicap relativo alla funzionalità della mano sinistra da pregresso infortunio sul lavoro». Elementi che «con alto grado di probabilità logica» hanno portato a desumere che la morte di Renata sarebbe avvenuta per mano di Simone anche senza l'aiuto del padre, il quale con molta probabilità ricorrerà anche lui in Cassazione.

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero