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Ha citato in giudizio la Regione Abruzzo per danni Annamaria Sollecito, moglie di Vincenzo
Angelini, l'ex imprenditore della sanità privata le cui dichiarazioni nel 2008 innescarono la sanitopoli abruzzese. E chiede un risarcimento di oltre 211 milioni di euro: la citazione è dinanzi al Tribunale Civile dell'Aquila e l'udienza si terrà il 15 marzo 2022.
La Sollecito agisce in giudizio quale persona fisica, creditrice e garante della Novafin spa, la società che aveva partecipazioni consistenti nelle società appartenenti al Gruppo
Angelini, e tra queste Villa Pini che gestiva la omonima casa di cura, e non nella veste di socia della Novafin dal momento che il fallimento della società le preclude la legittimazione
attiva.
Il fallimento, dichiarato nel 2010, e la decozione della società, si evidenzia tra l'altro nella citazione, «è scaturito dal mancato incasso da parte della predetta società e delle altre società del gruppo Angelini di 250 milioni di euro per prestazioni sanitarie svolte a favore di varie Asl appartenenti alla Regione Abruzzo».
In sostanza, la Sollecito dalla mancata erogazione delle somme dovute dalla Regione a Novafin e alle altre società del gruppo, avrebbe subito a livello personale una serie di danni:
un apporto di liquidità per 6,9 milioni di euro, gli utili conseguibili nel quinquennio 2010-2015 per 32 milioni e 916 mila euro, 5 milioni di euro che le sarebbero spettati dalla vendita all'asta di beni d'arte, l'importo di 161 milioni e 278 mila euro relativo alle sottoscrizioni delle fideiussioni bancarie dirette e indirette a prima richiesta che ancora gravano sulla sua responsabilità.
La citazione della Regione è dovuta alla circostanza «che la dichiarazione di fallimento è stata generata esclusivamente dal comportamento della Regione stessa, che a decorrere dall'anno
2005 ometteva di effettuare i pagamenti in favore delle società controllate, prima fra tutte la casa di cura Villa Pini d' Abruzzo srl, al 100% in proprietà della stessa Novafin per le
prestazioni di servizi assistenziali svolti in regime di accreditamento per un ammontare di oltre 150 milioni di euro per la sola Villa Pini». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero