Padre di famiglia annegò nel canale per sfuggire ai cani incustoditi: condannato poliziotto

Annegò nel canale per sfuggire ai cani incustoditi: condannato poliziotto
Quando la moglie ne aveva denunciato la scomparsa, non poteva immaginare che l'uomo in quegli istanti il marito stava difendendosi da tre cani di razza Corso (uno in...

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Quando la moglie ne aveva denunciato la scomparsa, non poteva immaginare che l'uomo in quegli istanti il marito stava difendendosi da tre cani di razza Corso (uno in particolare risultato in un secondo momento con parziale compatibilità nel Dna), finendo in un canale per poi morire per annegamento. Ieri il Tribunale dell'Aquila ha dipanato il braccio di ferro tra accusa e difesa, dopo le indagini del Pm Guido Cocco e dei carabinieri della stazione di Paganica sulla morte del muratore albanese Edmond Preka di 36 anni, padre di due figli, (oggi di 8 e 11 anni), avvenuta il 18 marzo del 2018 nei pressi del progetto Case di Paganica (dove alloggiava con la famiglia) in un canale irriguo.

Il giudice Tommaso Pistone, ha condannato Gianluca De Paulis, (agente di Polizia) di 45 anni, (assistito dagli avvocati Antonio Valentini e Alessandro De Paulis) alla pena di 6 mesi di reclusione con concessione delle attenuanti generiche e doppi benefici di Legge (sospensione condizionale della pena e non menzione). L'imputato è stato condannato anche al risarcimento dei danni alle parti civili (rappresentate dagli avvocati Sonia Giallonardo, Antonio Pascale e Giuseppe Martina) da liquidarsi in separata sede, disponendo una provvisionale che sfiora i 300 mila euro.

All'imputato ( e sua moglie, che ha patteggiato da tempo la condanna) l'accusa ha contestato la mancata vigilanza dei quattro cani per impedire che potessero recare danno alle persone, malgrado già in precedenza gli animali fossero fuggiti, sottraendosi al loro controllo.


Dito puntato sulla rete metallica non idonea a contenere di animali, ne sottoposta a manutenzione, che avrebbe permesso agli animali di fuggire attraverso un varco apertosi nella rete imbattendosi nella vittima azzannandolo con forza sul braccio sinistro mentre a piedi stava facendo ritorno a casa. Secondo l'accusa, l'uomo nel tentativo di divincolarsi dai morsi dei tre cani di grossa taglia e in preda al panico, era fuggito finendo nel torrente. Lo choc per i morsi subiti più la temperatura bassa dell'acqua gli avrebbero poi fatto perdere sensi. L'operaio morirà nel giro di poco tempo per annegamento, dopo essere finito con la faccia dentro l'acqua.


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Il Messaggero