A Colfelice l'impianto Saf, società a totale partecipazione pubblica, ogni giorno accoglieva una media di 600-800 tonnellate di immondizia da 91 comuni ciociari, da Roma e dal Sud pontino. Da lunedì non può più farlo: visto l'odore che fuorisce dall'impianto con livelli respirometrici abbondantemente superati, la lavorazione è stata stoppata e rifiuti portati a Latina e Viterbo. Ogni giorni nel capoluogo della Tuscia arrivano 250 tonnellate.
Dal Comune hanno subito alzato le barricate: "Abbiamo ricevuto lunedì una nota con cui la Regione – racconta il sindaco – autorizzava Frosinone a trasferire i rifiuti a Viterbo per motivi di urgenza, sottolineando che non ci sono alternative. Un'autorizzazione data senza il nostro nullaosta e per soli 7 giorni. Ma non ci fidiamo: anche i rifiuti di Civitavecchia erano attesi fino a febbraio, invece ancora arrivano. Vista la scarsa credibilità dimostrata sinora dai soggetti che gestiscono il ciclo dei rifiuti, siamo costretti a non fidarci". Ed è così che Michelini ieri sera ha scritto al prefetto Rita Piermatti avvertendo che, qualora il conferimento non si limitasse a una settimana, chiederà alla Regione di presentarsi a un tavolo ufficiale per ribadire il no del Comune. "Non siamo disponibili – rimarca – a ulteriori sacrifici e non guarderemo in faccia a nessuno per difendere il nostro territorio". Smorza i toni la Regione: "L'impianto Saf – spiega Tosini – ha necessità di manutenzione per superare un'avaria degli impianti. Abbiamo quindi disposto che una parte dei rifiuti vada a Latina e la restante a Viterbo. Ma venerdì, al massimo lunedì tutto tornerà alla normalità". Tempi più lunghi per Civitavecchia: passeranno altri mesi prima che i rifiuti se ne tornino indietro.
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