Viterbo: dal design un aiuto alla terapia intensiva: pronto il casco stampato in 3D

Il casco progettato da Mattia Belli
di Maria Letizia Riganelli
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Mercoledì 8 Aprile 2020, 08:40 - Ultimo aggiornamento: 13:17
Dal design un aiuto alla terapia intensiva. Pronto il casco stampato in 3D per medici e pazienti degli ospedali. Il progetto è di un giovane viterbese, Mattia Belli, e di un’azienda senese  -  la Be Different  - che insieme hanno realizzato il prototipo. 

«Si tratta - spiega Belli - di un elmo protettivo per i medici che diventa all'occorrenza dispositivo per la respirazione nelle terapie intensive». Il giovane startupper  viterbese lavora da anni nel campo del design e in questi giorni di crisi per il Coronavirus ha messo tutta la sua creatività a disposizione dell’emergenza.

«L’idea - dice ancora - è nata la settimana scorsa. Ci chiedevano con insistenza cosa potevamo fare per aiutare in questo momento. Prendendo spunto da quanto fatto per le maschere da snorkeling di Decathlon che sono state trasformate in respiratori abbiamo pensato al casco». Mattia Belli però non ha messo a disposizione la sua creatività ma anche l’esperienza nel campo della stampa tridimensionale. «Ovviamente abbiamo pensato che per sopperire la mancanza di maschere per la respirazione polmonare assistita la stampa in 3D potesse essere una buona risposta. E quindi ci siamo adoperati per realizzare un nostro prodotto».

Il casco stampato è stato realizzato con amido di mais ed è quindi interamente biodegradabile e sostenibile. «Per essere utilizzato come ventilatore per la respirazione assistita ovviamente deve rispondere ad alcune particolari caratteriste stabilite dall’istituto superiore della sanità. L’azienda Be Different ha già provveduto a inviare i certificati, al momento può essere utilizzato come casco protettivo per pazienti e medici e in caso di emergenza, come ventilatore. I parametri stabiliti, infatti, durante la fase emergenziale vanno in deroga». 

Al brevetto non hanno lavorato solo i tecnici della Be Different e Mattia Belli. «Abbiamo messo in piedi un vero e proprio team con competenze diverse a cui hanno preso parte anche dei medici della terapia intensiva che lo hanno testato. In particolare un oncologo ci ha rilasciato parere positivo e così abbiamo avviato la produzione»-

L’azienda al momento può produrre tra i 10 e 20 pezzi al giorno. «Il casco è ovviamente adattabile e non in unica misura e non è nemmeno l’unica parte. Abbiamo realizzato anche un anello che poggerà sul collo del paziente in polisoft, una specie di gommapiuma anallergica, che attutisce il peso del casco» 

Il progetto è stato presentato ufficialmente ieri pomeriggio in diretta social. 
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