"Visite a lume di candela", la protesta dei medici di famiglia. Fiore (Fimmg): "Anche a Viterbo situazione drammatica"

Fiore visita a lume di candela
di Federica Lupino
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Sabato 17 Dicembre 2022, 05:40 - Ultimo aggiornamento: 15:45

“Visite al lume di candela perché così siamo ridotti, al lumicino”. La protesta dei medici di base va in scena anche nel Viterbese: un gesto simbolico, della durata di pochi minuti ma dal forte significato che la categoria vuole condividere ed estendere a tutta la popolazione. L’iniziativa è della Fimmg, il sindacato di categoria maggiormente rappresentativo anche a livello locale, e ha trovato l’appoggio dei pediatri di libera scelta della Fimp.

“I medici di medicina generale - riporta una nota della Fimmg nazionale - sono costretti a confrontarsi con il mancato Atto d’indirizzo per il triennio 2019-2021, e quindi con una retribuzione ferma al 2018, nonché con il ritardo, nonostante la carenza di medici, della pubblicazione in Gazzetta ufficiale del bando unico del corso di formazione specifica in Medicina generale, che permetterebbe di avere subito circa 3 mila colleghi”. 

Ed è proprio questa carenza drammatica di camici bianchi negli ambulatori che da mesi denuncia Michele Fiore, segretario locale della Fimmg. I numeri cristallizzano bene la situazione: “Al momento in tutta la Tuscia abbiamo 194 medici di medicina generale, 34 pediatri di libera scelta e 14 posti di guardia medica, dei quali qualcuno salterà per mancanza di personale. Cinque anni fa – spiega – eravamo in 240 solo nella prima categoria. Significa che in un quinquennio si sono persi circa 50 medici, soprattutto nell’ultimo biennio a suon di una ventina all’anno”. Eppure, come ha confermato la pandemia, i pazienti vedono nei medici di base un punto di riferimento imprescindibile. 
Dopo la protesta simbolica di giovedì, ieri sera Fiore ha incontrato 25 giovani colleghi che operano in provincia. “Questo mestiere, che in realtà è una missione, risulta sempre meno attrattivo per le nuove leve.

La burocrazia troppo gravosa, l’eccesso di controlli a cui siamo sottoposti rispetto alla spesa farmaceutica, la carenza di medici sono tutti fattori – continua – che non attraggono”. La riunione è invece servita a raccogliere le difficoltà riscontrate dai più giovani nel gestire gli ambulatori.

In ballo nel Lazio c’è anche il nuovo accordo integrativo. La proposta della Fimmg, presentata nelle scorse settimana all’assessore Alessio D’Amato, è sul tavolo del confronto e ha già ottenuto riscontri positivi dalla Regione. “I punti principali – illustra Fiore – sono la garanzia di livelli essenziali di assistenza per tutti i cittadini, quindi uniformità nelle prestazioni; le Ucp (unità di cure primarie) integrate nelle Aft (le aggregazioni funzionali territoriali) con possibilità di estendere gli orari; la possibilità per i medici di famiglia e di continuità assistenziale di accedere ai dati di tutti i pazienti e soprattutto l’accoglienza e l’ascolto, con istituzione di numeri unici”.

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